Euro 2020 ora per ora

Il figlio di valcareggi: "mio padre capi' come vincere"

"Il mio babbo c'ha un oro e un argento, nella bacheca azzurra". L'inflessione

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"Il mio babbo c'ha un oro e un argento, nella bacheca azzurra". L'inflessione fiorentina e' inconfondibile, la voce di Furio Valcareggi vacilla per l'emozione al ricordo del mite 'Uccio', l'unico ct azzurro che fu campione d'Europa in un anno di tensioni e rivoluzioni: il 1968. L'Europeo vinto dall'Italia resta un unicum per tutta una serie di motivi. La semifinale contro l'Unione Sovietica, per esempio. "Non c'erano i rigori, dopo i supplementari si procedeva con la monetina per scegliere la finalista. Noi e i sovietici 0-0 sempre, a Napoli, sotto il diluvio - ricorda Furio Valcareggi -: ero negli spogliatoi, vicino al mio babbo, alla squadra, il sorteggio avvenne nello spogliatoio dell'arbitro, con i capitani. Ma fallo in campo, pensavo, guardando l'arbitro... Non capivo. Poi torno' capitan Facchetti esultante in campo, la moneta aveva girato per il verso giusto, c'era ancora il pubblico sugli spalti di Fuorigrotta. Fu un'esplosione, un momento indimenticabile. Poi, la finale a Roma contro la Jugoslavia: la prima partita dovevano vincerla loro, l'Italia non gioco' bene, subimmo il gol di Dzajic, pareggiamo nel finale con 'Domingo' (Domenghini, ndr). Due giorni dopo ci fu la ripetizione e vincemmo facile, bene. Ma il capolavoro di mio padre fu di cambiare cinque titolari: nessuno lo mise in risalto. Fu il ct meno citato del mondo. A fine partita non c'e' una foto con il mio babbo in mezzo. Fu lui a dire negli spogliatoi: 'la festa e' la loro, sono stati loro a vincere, non io'. Il mio babbo era un grandissimo. Mi ha fatto piacere quello che Roberto Mancini ha detto, sottolineando che gli piacerebbe entrare nell'aula magna di Coverciano e vedere la propria foto fra quelle del mio babbo, di Pozzo, di Bearzot e Lippi, i ct vincitori di un trofeo". All'esordio la nazionale ha battuto la Turchia 3-0 e riacceso l'amore e la speranza. "L'Italia puo' sognare l'Europeo, l'Italia e' l'Italia, gli altri hanno paura di noi: noi abbiamo vinto quattro Mondiali, disputato due finali all'Europeo e altre due perse ai Mondiali, siamo padroni del mondo. Nel 1968 c'era un bel clima, la 'Gazzetta' comandava e spingeva per i 'nordisti', ma il babbo senza Bertini, 'Picchio' De Sisti e Domenghini sarebbe andato poco lontano".