NAZIONALE

Italia, Locatelli: "Ho pianto per la mia prima convocazione. Futuro? Non so..."

Il centrocampista del Sassuolo ripercorre la sua carriera fin qui: "L'addio al Milan fu devastante"

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Manuel Locatelli, in ritiro con la Nazionale italiana per preparare le qualificazioni ai Mondiali 2022, ripercorre alcuni dei momenti più significativi della sua carriera: "La prima convocazione in azzurro? L'ho saputo mentre ero sul divano, con la mia ragazza e due nostri amici - ha raccontato -. La prima reazione sono state le lacrime. Non so se questo sarà il mio ultimo anno al Sassuolo, io sogno di essere importante per questa squadra e di fare un buon Europeo. Milan? Il momento in cui mi è stato detto che avremmo dovuto prendere due strade separate è stato devastante".

Getty Images

In azzurro Locatelli si è sempre sentito a suo agio, sin dall'esordio, avvenuto lo scorso 7 settembre: "Giochiamo in trasferta con l'Olanda, durante la rifinitura il mister viene da me e con una tranquillità che mi ha sciolto mi dice 'Manuel fatti dare la palla, gioca come sai e vai in campo - ha raccontato a Sky Sport -. La cosa che mi è rimasta impressa è che mi trattavano come se fossi uno di loro da sempre".

Il centrocampista ha sottolineato come i risultati raggiunti li deve soprattutto all'esperienza neroverde: "Da quando sono al Sassuolo ho raggiunto consapevolezza di chi sono veramente. Ho giocato nel Milan ed è stata un'esperienza fantastica, ora qui al Sassuolo ho trovato un realtà bellissima. All'inizio non ero facile da gestire, mi arrabbiavo per cose futili. I compagni del Sassuolo mi hanno fatto da chioccia, in me hanno sempre visto delle qualità, mi hanno anche difeso col mister in alcune situazioni di campo. Un insieme di cose che mi ha fatto diventare quello che sono. De Zerbi ha avuto un ruolo fondamentale, mi ha cambiato. Mi ha fatto giocare, mi ha dato delle delusioni, abbiamo litigato, però ha sempre creduto in me. Mi ha voluto lui al Sassuolo, ho sempre sentito la sua fiducia".

Tutto però parte da Milano: "Il momento del mio primo allenamento con il Milan è stato un'emozione incredibile. Avevo 16 anni, mi chiamò in prima squadra Allegri e Galli mi disse che mi dovevo allenare con loro: c'erano Kakà, Robinho, De Jong... Un'emozione che conserverò per tutta la vita. Anche l'attimo del mio primo contratto da professionista me lo ricorderò sempre: c'era Galliani, persona che stimo profondamente e che è stata molto importante per me, che mi ha dato la sua penna, quella del Milan, che ho ancora a casa, è stata una grande emozione. Il primo gol in A l'ho realizzato proprio contro il Sassuolo. Una partita incredibile, eravamo sotto, entro in campo, riusciamo a pareggiare proprio con la mia rete; nel momento in cui calcio non penso a niente, guardo solo la palla che si insacca sotto al sette, sento il boato del pubblico e inizio a correre. Sono emozioni, momenti, che non riesci a descrivere. Non ci ho capito davvero nulla. Il golo contro la Juve? È una di quelle partite bellissime da giocare e io sono riuscito a fare il gol decisivo per la vittoria. È stata un'emozione incredibile. Poi casualmente, percheé non avevo preparato niente, esulto in scivolata e c'è una foto che ritrae il pubblico in estasi: un film perfetto".

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