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MOTOGP

Segnali dal futuro: la tripletta tricolore del GP del Qatar e una storia che viene da lontano

il tris italiano di Losail lancia l'Italmoto nel futuro segnando un significativo voltapagina nella storia delle due ruote.

di Stefano Gatti
08 Mar 2022 - 11:36

Ventisei anni... meno un mese fa - era il 31 marzo del 1996 - l'era-Rossi del Motomondiale era iniziata con una tripletta tricolore. Luca Cadalora (Honda 500), Max Biaggi (Aprilia 250 ) e Stefano Perugini (lui pure Aprilia, nella 125) si erano imposti nel GP Malesia di Shah Alam che aveva segnato il debutto iridato di Valentino, appunto. La storia in un certo senso si è ripetuta, all'inizio di un nuovo capitolo del motociclismo, con il "clean sweep" tricolore" del GP del Qatar, esordio di una stagione orfana del "Dottore" ma evidentemente" in ottima salute!

La storia non si fa certo con le ricorrenze (che semmai ne fissano la memoria) ma il tris italiano a Losail è se non altro di buon auspicio per un movimento che - fino a qualche mese fa - sembrava destinato a pagare a caro prezzo il passo indietro di Valentino Rossi. Almeno a livello di impatto mediatico, di carisma e di influenza, visto che - per quanto riguarda i successi in pista - l'era-Rossi aveva da diversi anni consegnato alla storia di cui sopra i suoi capitoli più brillanti. Difficile se non impossibile dire se uno dei tre vincitori di Losail possa puntare a ripetersi immediatamente e con continuità. Oppure se - come ventisei anni fa (il deb Rossi chiude al sesto posto la gara delle 125) il campione pigliatutto del futuro si nasconda nel folto delle classifiche.

Intanto, Bastianini, Vietti e Migno. Pronti ad andare a caccia del bis già tra due settimane nel GP dell'Indonesia sull'inedito tracciato di Mandalika. Unico fra i tre vincitori di Losail, Bastianini può già vantare nel suo palmares un titolo iridato (quello di due anni fa nella Moto2) ma anch eil comoto più difficile. Perchè è raro che gli attuali big della Premier Class si permettano troppi passaggi  vuoto, per di più in simultanea. Il "nostro" però ha rotto il ghiaccio, messo solide basi ad una stagione che può lanciare con continuità nelle posizioni che contano e magari guadagnarsi un occhio di riguardo da parte della Ducati, nel panorama piuttosto vasto delle Desmosedici clienti che affollano la griglia. Onore al merito, verrebbe da dire: a quello mostrato in pista.

Da parte sua Celestino Vietti (al secondo anno in una nuova classe, come Bastianini) è al terzo successo della carriera iridata (due vittorie in Moto3 nel 2020) e punta a ripetere la scalata nella classifica finale intertotta l'anno scorso, all'esordio appunto nel 2021. Per Andrea Migno invece l'exploit nel debutto stagionale segna la seconda vittoria di una carriera iridata interamente dedicata alla Moto3 ed a quasi cinque anni di distanza dalla prima al GP d'Italia del 2017. Il tempo non è più dalla sua parte ma il pilota nato a Cattolica nel 1996 (proprio l'anno della tripletta azzurra in Malesia, nel giorno del debutto di Valentino) può ora mettere nel mirino la top ten della generale, solo un paio di volte raggiunta in precedenza.