MOTOGP

Non solo Mir, MotoGP terra di conquista per una generazione di fenomeni: l'incognita Marquez

Il Mondiale 2020 della MotoGP ha parlato chiaro: il ricambio generazionale al vertice della MotoGP è a buon punto, Marc Marquez permettendo...

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È svolta generazionale vera quella fissata in modo abbastanza evidente dalla classifica finale della MotoGP? Tutto lo lascia pensare: tutto, ad eccezione di tempi e modi del rientro in scena di Marc Marquez la cui assenza  - non  c'è niente da fare - proietta un'ombra piuttosto ingombrante sul successo di Joan Mir e sul ruolo di primo piano giocato nel Mondiale appena concluso (e loro assegnato per il prossimo) dai vari Morbidelli, Rins, Quartararo e Miller.

Il dubbio è destinato ad animare le discussioni invernali e ad autoalimentarsi, almeno in attesa di notizie certe sulle condizioni di salute - dai contorni tuttora misteriosi - del sei volte iridato della MotoGP. Il ritorno in sella di Marquez riporterà con decisione la MotoGP nel suo presente  "egemonico" oppure l'inerzia del Mondiale 2020 ha ormai proiettato la specialità nel futuro e nulla sarà più come prima? Più realisticamente, è lecito pensare che il "sale" delle prossime due o tre stagioni possa essere rappresentato dalla capacità del campione di Cervera di rimpinguare ancora il suo bottino, resistendo alle "spallate" dei futuri campioni, che in ogni caso nel 2020 hanno fatto le prove generali del dopo-Marquez.

Stiamo parlando del neocampione Mir, certo, del suo compagno di squadra Rins, si capisce. Ma poi anche (soprattutto) di Franco Morbidelli, Fabio Quartararo, Jack Miller, Miguel Oliveira. Gente che quest'anno ha più o meno regolarmente guadagnato il centro della scena, spingendone un po' ai margini - per fare i nomi più altisonanti - Valentino Rossi e Danilo Petrucci (che passano dallo status di piloti ufficiali a quello di piloti satellite) e chiudendo le porte ad Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow, che però siamo convinti di rivedere - magari solo episodicamente - sugli schieramenti di partenza.

Senza nulla togliere ai meriti di Oliveira - destinato per il 2021 al team factory KTM e che forma con la coppia Petronas il trio capace di vincere più di un GP quest'anno - sono proprio Morbidelli e Quartararo due dei tre principali candidati al ruolo di sfidanti di Marquez. Con l'aggiunta appunto dell'australiano Jack Miller che Ducati ha promosso nel team factory, puntando a rinverdire i fasti dei tempi di Casey Stoner. Miller quest'anno ha mancato l'appuntamento con la vittoria ma è salito quattro volte sul podio, di cui tre sul secondo gradino, tra l'altro in entrambi i due appuntamenti finali: il Gp d'Europa e quello del Portogallo. Di più: la doppia battaglia all'ultimo giro tra Morbidelli e l'australiano (per la vittoria a Valencia e per il secondo posto a Portimao) fa sognare sfide con una posta ben più alta in palio nel prossimo futuro. Che appartiene appunto anche a  Quartararo, a Pol Espargarò - che l'anno prossimo dovrà prima fare i conti con la "fame arretrata" del cannibale Marquez nel team ufficiale Honda HRC - e magari anche a Francesco Bagnaia, compagno di squadra di Miller nel 2021, promosso nel team factory Ducati secondo uno "schema" che ha portato Johann Zarco e il debuttante Jorge Martin sulle Desmosedici Pramac e nel Team Avintia/Esponsorama il neocampione della Moto2 Enea Bastianini ed il suo vice Luca Marini.

La promozione di questi ultimi nella "premier class" porta a sei i piloti di casa nostra sullo schieramento di partenza del 2021 (secondo contingente dopo quello spagnolo, come spesso accaduto negli ultimi... vent'anni), con la speranza che Lorenzo Savadori vinca nel corso dei test invernali lo "spareggio" con Bradley Smith per il secondo posto da titolare a fianco di Aleix Espargarò sulla Aprilia RS-GP ufficiale, portando a sette il totale dei "nostri" al via della prossima stagione. Ed è proprio il nome del cesenate a comparire - associato alla seconda RS-GP dell'Aprilia Racing Team Gresini - nella lista (provvisoria) degli iscritti alla MotoGP 2021 pubblicata dalla Federazione  Motociclistica Internazionale.

Insomma, uno scenario quantomai aperto ed incerto. Con una netta sensazione: che il punto non sia se il 2020 di Mir (ma anche di Rins, Mobidelli oppure Oliveira) sia stata vera gloria, ma piuttosto quanta parte di quella futura sia destinata a finire nella bacheca di Marquez prima che Marc si dichiari finalmente "sazio"... 

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