Marquez mostra di essere anche astuto oltre che veloce. E la Yamaha... dorme
Che fosse un gatto, nessun dubbio. Svelto, spietato, fulmineo nelle mosse, soprattutto quando salta da una moto all’altra quando scatta il “flag to flag”. Adesso è ufficiale che Marc Marquez è anche una volpe, scaltro come nessun altro. La gara di Brno il 93 l’ha vinta, con tutta probabilità, “ingannando” gli avversari. Con uno strano rallentamento e conseguente rientro ai box per il cambio moto, lo spagnolo ha spiazzato la concorrenza, il tutto unito alla sua solita sensibilità di guida nei primi giri con le slick su asfalto ancora umido.
Bravissimo lui, bravissimo il team, perché il sospetto che ci sia stata una strategia concordata prima del via è più che fondato. Piuttosto, sono stati gli altri a… dormire. Soprattutto la Yamaha, lato 46 del box. Un giro di troppo con le gomme rain, mentre Maverick Vinales aveva intuito che restando in pista si sarebbe andanti incontro al disastro. Errore condiviso da Andrea Dovizioso, che ha marcato stretto il Dottore seguendo poi la stessa sorte. E’ vero che, rispetto alla Formula Uno, su due ruote è molto più difficile gestire la situazione in condizioni climatiche e di asfalto come quelle di Brno, ma è altrettanto vero che dopo vari episodi del genere urge una specializzazione sull’argomento. Squadre che spendono milioni per stare là davanti in MotoGP a questo punto potrebbero permettersi benissimo anche un uomo in più al box, un vero e proprio stratega.