Ecco chi è Brazao, un ex attaccante che para i rigori

Ha 18 anni e non ha ancora esordito nel Cruzeiro, ma è già nazionale

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Brazao e l'Inter: una storia che è stata scritta negli ultimi mesi e che adesso è un rapporto ufficiale. Ed è anche la storia di un predestinato, di un ragazzo che faceva l'attaccante e che adesso è considerato il portiere del futuro, non solo a livello brasiliano, ma addirittura come possibile numero uno del mondo. Il cognome Brazao può prestarsi a un affascinante gioco di parole: con un solo cambio di consonante, “brasao” vuol dire blasone, stemma. Un simbolo di nobiltà familiare che sicuramente è beneaugurante per il futuro di un ragazzo che sta bruciando le tappe e che nello scorso novembre, pur non giocando, ha respirato l'aria della Nazionale maggiore, convocato da Tite per le amichevoli contro Camerun e Uruguay. Attualmente si trova in Cile con la Seleçao brasiliana Under 20 per disputare il campionato sudamericano di categoria.
Gabriel Nascimento Resende Brazao (questo è il nome completo) è nato il 5 ottobre 2000 a Uberlandia, una città di 600.000 abitanti nello stato di Minas Gerais, proprio al centro del Brasile, più o meno equidistante da Belo Horizonte e da Brasilia. Ha iniziato prestissimo a giocare, nella scuola calcio del suo quartiere. Poi è andato a giocare nella squadra di Uberlandia di Futsal (il nostro calcio a 5), uno dei club migliori di tutto il Sudamerica, capace di rivelare moltissimi giocatori di livello. A 12 anni, nel 2012, il passaggio al cosiddetto “futebol de campo”, il calcio a 11. Gabriel però faceva l'attaccante. “La verità è che ero molto pigro, non avevo tanta voglia di correre. Ero bravo, ma facevo fatica ad allenarmi. Così un giorno il mio allenatore mi disse: visto che sei così pigro, prova a giocare in porta. Ci ho provato ed è andata bene. Poi quando sono stato un po' più grande mi sono reso conto che fare il portiere è un mestieraccio, alla fine le colpe sono tutte sulle tue spalle. A un certo punto ho pensato che non avevo fatto la scelta giusta. Ma adesso è fatta e vado avanti così”.
Poche partite con la squadra di Uberlandia ed ecco la chiamata del Cruzeiro. Per un ragazzino era un grande onore ma anche un grande onere: da Uberlandia a Belo Horizonte ci sono 550 chilometri, circa 7 ore di viaggio in auto. Con una famiglia che non era tanto convinta. “Mio padre non sognava di avere un figlio calciatore. La sua idea era quella di vedermi laureato, possibilmente in medicina. Ho avuto un'adolescenza molto difficile, un periodo nel quale i miei nonni sono stati fondamentali, loro mi hanno aiutato tanto ad andare avanti. Tante volte mi sono fermato a riflettere e mi sono detto: chissà se sto facendo tutto questo per qualcosa, chissà se non sto perdendo tempo inutilmente”. Non ha perso tempo e i risultati gli hanno dato ragione. Fisico già completamente formato (è alto 1,92), a 18 anni e pochi mesi Brazao è considerato pronto per il grande salto. Parare i rigori è la sua specialità, con i piedi ci sa fare parecchio anche perché, appunto, ha fatto l'attaccante quando era ragazzo. Ai Mondiali Under 17 in India nel 2017 è stato votato miglior portiere della manifestazione. Il tutto senza aver mai giocato una partita con la maglia della prima squadra del Cruzeiro.

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