Imola, 1983. Riccardo Patrese è in testa alla gara. Riccardo Patrese è un pilota italiano. In qualsiasi paese del mondo il tifo sarebbe tutto per il connazionale, la bandiera della nazione. Ma Patrese ha la colpa di guidare una Brabham. Così quando finisce lungo alla variante delle acque minerali il pubblico di Imola esulta. Esulta perché a vincere è Patrick Tambay, francese che però porta in pista una Ferrari.
E' il clamoroso esempio della maleducazione di una discreta fetta del pubblico nostrano, che da anni confonde le tribune di un autodromo con gli spalti di uno stadio. Episodi che si verificano puntualmente pure al Mugello quando lo “straniero” si permette di battere Valentino Rossi.
Una mentalità aberrante che ha lasciato un segno profondo anche alla fine degli anni '80, quando qualcuno pensò bene di tirare sassi a Senna e Prost durante una sessione di test a Monza. Colpa della McLaren, che con puntualità disarmante asfaltava la Ferrari. Oggi a Monza è toccato alla Mercedes. Prima una festicciola per il motore arrosto che ha tolto di gara Rosberg. Poi, sotto il podio, la vergognosa esibizione rivolta a Lewis Hamilton.
Un triste repertorio disponibile solo in Italia dove - del tifo contro - siamo i veri campioni del mondo. Triste constatare che qualcuno cerchi pure di trovare una giustificazione a questi atteggiamenti demenziali.
La festa di Monza e la vergogna anti-Mercedes
L'esultanza per il motore di fumo di Rosberg e le esibizioni anti-Hamilton: accade, purtroppo
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