Metteteci la garra : siamo l'Inter non solo a parole, dimostriamolo coi fatti

Chievo, Napoli ed Empoli, c'è un solo imperativo: i tre punti!

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Senza più calcoli, senza più alchimie, senza più punticini raccattati per strada con la paura, o terrore, di scoprirsi e prendere gol. Meglio accontentarsi, le altre giocano a chi acchiappa meno, e mantenere inalterate le distanze. Il problema, forse ad Appiano Gentile non lo avevano calcolato, è che mentre l'Inter strappava un pareggio qua e uno là, le altre correvano. Ed oggi, volenti o nolenti, il giochino del manteniamo le distanze è possibile solo in un modo: vincendo.

E il Chievo non è la vittima sacrificale. Contro di noi nessuno gioca a fare la vittima sacrificale, tutti cercano gloria. Di Carlo è stato chiaro fin dal dopo batosta interna con la Spal; si va a Milano per fare la partita, abbiamo già vinto con la Lazio e ci proveremo anche con i nerazzurri. Idee chiare e bellicose quelle del tecnico gialloblù. Ora sta a noi rispondere, mettere in campo quel che negli ultimi due mesi ci è spesso mancata; la garra, la famosa tanto declinata e decantata garra, quella roba che entri in campo col sangue agli occhi, chiudi l'avversario nella sua area ed inizi a bombardarlo da ogni dove. Grazie alla politica dei passettini facciamo la media punti delle ultime sette partite; vittorie con Genoa e Frosinone, sconfitta assurda con la Lazio al Meazza poi quattro pareggi di cui tre interni contro due rivali dirette per un posto al sole ed uno contro la quint'ultima, al termine di un brutto spettacolo. Dieci punti su ventuno.

Nel momento topico della stagione. Qualcuno delle responsabilità le dovrà pur avere, si saranno sbagliate scelte, atteggiamento in campo, magari qualche sostituzione e l'accanimento terapeutico sul 4-2-3-1. Perché le due punte no, rovinano gli equilibri, perché Lautaro e Icardi non possono giocare insieme. Forse sono solo io, un nessuno qualsiasi, a pensare che cambiando centrocampo i due argentini potrebbero tranquillamente farlo? Ma, per l'appunto, la mia opinione vale zero, non faccio l'allenatore, io. Ah, parlando di Icardi: tutti sicuri che se ne vada a fine stagione? Non ci metterei la mano sul fuoco. Tanto per dire. Quindi, partendo dal presupposto che bisogna vincere, occorre cambiare qualcosa. O nella squadra, o nell'atteggiamento da tenere in campo, o nella testa dei giocatori. Niente più calcoli, niente più equazioni algebriche, niente braccino né paura; si gioca per i 3 punti. Stasera, a Napoli, con l'Empoli. Siamo l'Inter non solo a parole, dimostriamolo coi fatti. Cominciando dal Chievo. Davanti ai soliti, incredibili, sessantamila . Di un lunedì sera qualunque.