EX CAPO PROCURA FIGC

Pecoraro rompe il silenzio: "Inter-Juve del 2018? Sparito il file audio di Orsato su Pjanic"

L'ax capo della Procura federale va all'attacco, ma commette un errore: in realtà sull'ipotetico giallo al giocatore bianconero non era possibile l'intervento del Var

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Giuseppe Pecoraro torna a parlare per la prima volta dopo le dimissioni da capo della Procura Federale FIGC dello scorso dicembre. E lo fa in un'intervista a Il Mattino, toccando diversi temi interessanti e molto controversi, tra cui spiccano l'arbitraggio di Inter-Juve del 2018, anno in cui il Napoli sfiorò lo scudetto con Sarri, e la mancata interruzione di Inter-Napoli per i cori razzisti.

"E' stata la direzione di Orsato di Inter-Juventus che mi ha portato ad avere delle tensioni con il mondo arbitrale - racconta Pecoraro, parlando del suo addio alla Procura della FIGC -. Avevo avuto esposti, sottoscritti, di associazioni, tifosi, organizzazioni sul suo operato e per non sbagliare chiesi ai miei vice se era il caso di aprire o no un procedimento".

"Io non credo che avremmo trovato prove di malafede e chiesi all'Aia prima e poi alla Lega, ai soli fini conoscitivi, i dialoghi audio-video tra Var e arbitro di quella partita - ha aggiunto -. Ce li diedero solo a inizio campionato successivo. Ma lì ci fu la sorpresa".

"Apriamo il file e l'unico episodio in cui non c'è audio registrato era l'unico che ci importava: quello tra Orsato e il Var che aveva portato alla mancata espulsione di Pjanic - ha continuato parlando ancora delle polemiche suscitate dall'arbitraggio di Inter-Juve -. Motivo? Mi dissero che non c'era e basta". "Sono certo che non ci sia stato dolo, ma ero obbligato a procedere, anche perché dovevo dare delle risposte a quegli esposti - ha proseguito -. Alla fine ho archiviato. Ed è per questo che c' è bisogno di maggiore trasparenza". 

In realtà Pecoraro commette un errore nella valutazione di quanto accaduto: i file audio conservati dalla società Kawk-Eye (che si occupa del servizio) sono solo ed esclusivamente quelli riferiti ai 4 casi previsti dal protocollo IFAB sul VAR. Vengono utilizzati ai fini della formazione e dell’aggiornamento degli arbitri. L’episodio ricordato da Pecoraro non rientra invece nella casistica per cui era prevista conservazione (il giallo, anche se porta a un cartellino rosso, non è previsto nei casi in cui il Var può intervenire, ndr). Da qui l’impossibilità di renderlo disponibile al Procuratore.

Poi qualche considerazione sul clima che l'ha portato a lasciare la Procura della FIGC. Dalla sostituzione dei suoi vice al rapporto con i vertici del calcio italiano, passando per gli episodi di razzismo in campo. "Non ho mai avuto scontri diretti con Gravina o altri - ha spiegato -. Probabilmente la mia visione della Procura era diventata diversa dalla loro". "Sinceramente ero stanco - ha aggiunto -. Anche perché alcune cose non mi erano piaciute".

"La Mancata interruzione del gioco di Inter-Napoli e la difesa d'ufficio dell'arbitro Mazzoleni non le ho mai mandate giù - ha raccontato Pecoraro -. E non c'entra nulla che sono tifoso del Napoli". "Il razzismo e la discriminazione territoriale sono una cosa insopportabile - ha continuato -. Per me il gioco andava interrotto anche quella sera, come da quel momento in poi è successo".

"Ma Mazzoleni disse che non aveva sentito nulla, mentre i miei ispettori a bordo campo stranamente avevano sentito tutto e pure riferito - ha continuato -. Era un momento strano. Gli incidenti fuori dallo stadio, il clima dentro San Siro: mi aspettavo una reazione forte da parte dell'arbitro, cosa che è avvenuta giustamente qualche tempo dopo da parte di Rocchi in Roma-Napoli". 

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