Niente limiti, perché "neanche io mi aspettavo questi risultati positivi, ma ci abbiamo preso gusto e non vogliamo fermarci". Roberto Mancini si confessa a Il Mattino, spiega come sta costruendo la sua Italia e chiarisce di non avere alcuna intenzione di fissare obiettivi minimi. Dietro l'angolo ci sono gli Europei, che vanno ancora conquistati, certo, ma sono a un passo e, scaramanzia a parte, la qualificazione è cosa fatta. Però arrivarci non è che il primo passo, perché il Mancio guarda oltre e spiega: "Non possiamo andare all'Europeo non avendo come obiettivo quello di vincerlo - dice al collega Pino Taormina -. Siamo l'Italia, con la nostra storia, con la nostra tradizione. Abbiamo creato un grande gruppo, giocano bene e seguono con entusiasmo la strada della qualità. Che è l'unica strada che porta a qualcosa".
Una strada che ricalca quella percorsa dal Napoli in questi anni. Per questo è logico che il ct guardi molto al serbatoio azzurro, da Insigne "che è decisivo, ma deve sprecare meno energie in fase difensiva" a Di Lorenzo "che presto sarà convocato" fino a Meret: "Dopo l'addio di Meret sembrava potesse esserci un vuoto, ma con Meret, Donnarumma e altri siamo messi bene".
Ovviamente il ct non può esimersi da un giudizio sulle grandi del nostro campionato: "Con il Liverpool Ancelotti ha vinto con il coraggio, il suo spirito offensivo è quello che piace a me. Il pari dell'Inter con lo Slavia è la prova che in Champions bisogna avere alta la concentrazione. Sarri? Lo screzio è acqua passata. Alla Juve ci vuole pazienza perché nessuno ha la bacchetta magica".
Infine Vialli e il tentativo del gruppo che lui rappresenta di acquistare la Samp: "Non so come andrà a finire, a Gianluca auguro sempre il meglio: e in ogni caso per quello che ha fatto lui alla Samp sarebbe una bella favola...".
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