CARICA AZZURRA

Mancini: "La mia Italia vuol fare qualcosa speciale"

"Vogliamo vincere facendo la gara con coraggio. Ancora in alto mare per la formazione contro l'Armenia, ma Chiesa giocherà"

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Dopo la vittoria con la Bosnia, l'Italia si prepara ad affrontare l'Armenia. E Mancini insiste sulla filosofia di gioco che ha portato gli azzurri a ottenere dieci vittorie. "Non volevamo vincere speculando, ma cercando di fare la partita - ha spiegato il ct -. Anche rischiando. E i giocatori lo hanno assimilato velocemente. Vogliamo fare qualcosa di speciale". "Con l'Armenia è una partita dove dobbiamo migliorare, anche se non conta niente - ha aggiunto -. Fare gol, difendere bene, gioco...". Sulla formazione invece pochi indizi: "Sono ancora in alto mare, ma Chiesa giocherà". 

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"L'obiettivo primario non è stato quello di vincere, ma di riportare i tifosi intorno alla Nazionale - ha continuato Mancini -, E dare la possibilità ai giocatori di esprimersi in un calcio propositivo e vincente". "Oramai il modo di gioco è questo, non ce ne sono altri - ha proseguito -. Gli elogi di Sacchi? Lo ringrazio, ci servono. Ma dobbiamo migliroare. Abbiamo un Europeo da giocare e vogliamo arrivarci al massimo". "Con il Portogallo, non una squadretta, abbiamo dominato a Milano - ha aggiunto -. Potevamo vincere tranquillamente. Vero che non c'era Ronaldo, ma era l'unico che mancava. La nostra mentalità è questa, poi nel calcio puoi anche perdere". "Quando ho parlato con i giocatori ho detto di volere fare qualcosa di diverso - ha spiegato il ct azzurro -. Ho avuto la fortuna che i ragazzi abbiano creduto a qualcosa di diverso, oltre a tanti giocatori tecnicamente bravi, magari con meno qualità fisiche". "Abbiamo avuto la possibilità di gestire la gara, poi corrono e sono giovani. Se recuperiamo la palla alta concediamo meno, è una cosa banale ma è la realtà", ha proseguito. Ma questa Nazionale ha ancora margini importanti di miglioramento e alcune lacune: " Alle volte trovi la squadra che ti mette lì, non devi lasciare spazio. Invece lo abbiamo fatto... Dobbiamo difendere bene, più chiusi e più rapidi, oppure rimanere più alti quando sei in vantaggio di uno o due gol. Puoi anche non avere giocatori pronti".

Ma la via intrapresa ormai è chiara, soprattutto perché le risposte sono arrivate rapidamente. "Pensavo che arrivassimo pronti a marzo/aprile prossimo - ha spiegato Mancini -. È anche vero che Jorginho e Verratti avevano giocato solo una gara insieme. I giovani mi hanno sorpreso. Sono riusciti a prendere al volo la chance che hanno avuto. Devono farlo anche gli altri. Nel momento delle convocazioni dovrò andare in conclave, sarà un problema lasciare a casa alcuni ragazzi". Infine una battuta su Federico Chiesa: "Lui giocherà, è uno di quelli sicuri. Mi aspetto una grande prova, non solo da lui ma da chi non ha giocato venerdì. Di meritare di essere qui... la prestazione non è singola, ma corale e con la squadra. Ci saranno 3-4 che avranno una motivazione in più".

BONUCCI: "TORNEREMO TRA LE GRANDI D'EUROPA"
L'Italia di Mancini continua a vincere e gli azzurri credono al progetto tecnico del ct. "Torneremo fra le grandi di Europa quando dimostreremo di aver salito quel gradino per competere con chi, negli ultimi anni, ha fatto la differenza a livello mondiale - ha spiegato Bonucci -. Con Spagna, Francia, Germania forse ci manca qualcosa, almeno per esperienza. Hanno tanti giocatori che stanno al top a livello europeo, non ci manca nulla se non l'esperienza". "Più giochi contro squadre di intensità e agonismo, qualità, più cresci e migliori, diventi grande - ha continuato -. Questo processo lo stiamo accelerando grazie al mister. Ci sono dei momenti in cui vai a tutta, altri momenti in cui puoi difenderti. Ho fatto errori che mi sono serviti per crescere. Questo è un grande gruppo, tutti si vogliono bene e sono partecipi". Poi sull'assenza in gruppo di Chiellini: "L'infortunio di Giorgio ha acceso qualcosa in me.  Il mio obiettivo era quello di essere migliore rispetto agli ultimi due anni. Sapevo di non avere dato il mio massimo, le situazioni erano difficili, il mio obiettivo era essere migliore. Ho 32 anni ma ho margini di miglioramento. Devo essere sempre a posto fisicamente. Giorgio lo vedo tutti i giorni a Torino, sorprenderà tutti". Infine sull'episodio con Karapetyan e le accuse di simulazione: "Sinceramente, come ho già spiegato ampiamente, non ho simulato. Ho preso un colpo quattro giorni prima all'occhio sinistro, ho ancora i segni e ho i punti. È stato istinto e non voluto, non perché Karapetyan era già ammonito. Ci sono dei momenti in cui non pensi a certe cose, non ho mai fatto una cosa del genere e mai lo farò. Non sapevo fosse già ammonito, non era mia intenzione".

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