Verratti: "Italia guarita: torniamo a San Siro ma con un ct che cì dà forza e fiducia"

Il regista del Psg in vista del match col Portogallo: "Con Mancini più consapevolezza: puntiamo al primo posto"

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"Stiamo iniziando un altro capitolo e si sono viste cose buone. C'è ancora tanto lavoro da fare e in mezzo al campo si sono viste cose molto interessanti in queste ultime partite. Il mister conosce bene il calcio e ha grande esperienza: sentire la sua fiducia ci dà forza". Così ha parlato Marco Verratti dal ritiro dell'Italia a Coverciano a un anno esatto dell'eliminazione dal Mondiale per il pari contro la Svezia. Il regista del Psg tornerà proprio questo sabato a San Siro, teatro dello scempio calcistico di dodici mesi fa, con la Nazionale chiamata ad affrontare il Portogallo campione d'Europa per provare a rincorrere il primo posto del girone di Nations League: "Quel giorno - ha ricordato Verratti - è stato uno dei più bui, un giorno che rimarrà sempre nella nostra testa. Questa sarà una partita importante davanti a tantissima gente, dovremo fare una grande gara e solo così potremo continuare a crescere. Crediamo nella possibilità di arrivare primi nel girone".

Al giocatore del Psg adesso tocca il compito di prendere per mano il centrocampo azzurro insieme a Jorginho: "Mi trovo bene nel ruolo di doppio play che mi ha ritagliato Mancini in Nazionale. Con Jorginho mi trovo molto bene e possiamo giocare molti più palloni".

Il ct Roberto Mancini confida ora nel definitivo salto di qualità di Verratti anche con l'Italia: "Quando faccio una partita buona dicono che sono all'altezza della Nazionale e quella, se faccio meno bene, dicono che non sono all'altezza. Ma io ho sempre dato tutto per la Nazionale e sono orgoglioso di indossare questa maglia. Questa Nazionale è già guarita e bisogna andare avanti. Cerchiamo di riportare entusiasmo. Ventura? Ha fatto le sue scelte. Ho una mia idea, ma non mi va di parlarne".

Infine anche una battuta sulla proposta di Ancelotti di fermare le partite nel caso di insulti provenienti dagli spalti: "Sono d'accordo, bisogna fermare le partite, se non facciamo qualcosa di eclatante le cose non cambieranno mai. Queste cose all'estero non succedono, in Francia mi è capitato solo quando abbiamo abbiamo giocato a Marsiglia. Venire insultati per una partita di calcio anche nella sfera privata non è ammissibile".

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