Il Milan moltiplica i "registi": ecco come Gattuso ha risolto i problemi

Biglia più alto e sviluppo della manovra affidata a più giocatori: così i rossoneri sono diventati più imprevedibili

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Se c'è una qualità che si può riconoscere a Gattuso, questa è senza ombra di dubbio l'umiltà. Rino ammette i suoi errori - lo ha fatto pubblicamente nella settimana post-Napoli spiegando di aver sbagliato a sostituire Biglia - e, soprattutto, lavora per porvi immediatamente rimedio. Rispetto al match perso al San Paolo, contro la Roma il Milan ha fatto enormi passi avanti proprio in questo senso, risolvendo innanzitutto il problema della costruzione della manovra. Pochi accorgimenti ma decisivi, a partire proprio da Biglia, non a caso migliorato notevolmente tra Napoli e Roma. Ma andiamo con ordine e proviamo a spiegare in cosa il Milan è effettivamente cambiato e migliorato.

Biglia decisivo, dicevamo, ma in particolare decisivo è stato l'avanzamento dell'argentino di una quindicina di metri, soluzione che gli ha permesso di evitare il pressing degli attaccanti avversari a ridosso della sua area di rigore. Gattuso aveva chiesto in settimana ai difensori maggiore presenza nella costruzione della manovra, compito affidato nella scorsa stagione a Bonucci. Senza Leo, la regia bassa è stata affidata a Romagnoli (ma a volte anche a Musacchio) anche se lo scorrimento del pallone a ridosso della propria area di rigore coinvolge tutta la linea, Donnarumma compreso. Questa soluzione permette a Biglia di andare a ricevere il pallone oltre la prima linea di pressing avversaria e di trovare più facilmente Higuain, notevolmente più vicino a lui rispetto a Napoli, e tutti i centrocampisti.

Proprio la direttiva Biglia-Higuain ha permesso al Milan uno sviluppo della manovra più armonico. Il Pipita fa, a differenza di Kalinic o André Silva l'anno scorso, tutti i movimenti dell'attaccante: allunga la squadra quando è necessario, aggredisce gli spazi, accorcia per venire a giocare il pallone e smistarlo. È il regista offensivo che non c'era un anno fa (e siamo a tre con Romagnoli e Biglia...) e tanto basta, al netto del gol che ancora gli manca, per tracciare una differenza netta rispetto all'ultimo campionato e per permettere almeno ipoteticamente al Milan un bel salto di qualità. Higuain è ovunque serva. Permette lo scarico a Biglia come agli esterni, crea spazi per gli inserimenti dei centrocampisti e, come visto venerdì, sa all'occorrenza rifinire con il massimo profitto. Il suo inserimento è stato naturale e immediato. Si sente protagonista, situazione in cui rende al meglio, e lavora da leader. È evidentemente imprescindibile, proprio perché fa giocare bene i compagni.

Bonaventura è di fatto il reale secondo regista della squadra. In mezzo al campo è l'unico ad avere passo e qualità tecniche per gestire al meglio tutte le fasi. Sa palleggiare e inserirsi, incontrare (qualche problema solo negli ultimi 20 metri...) e rifinire, oltre a concludere. A Napoli la manovra passava solo da lui e da Lucas. Contro la Roma ha diviso i compiti con gli altri costruttori di gioco e ha tratto grande beneficio soprattutto dal ritorno di Calhanoglu. Il turco lo aiuta perché gli crea spazi quando entra dentro il campo, ma anche garantendogli sempre uno scarico facile e sicuro. Non è un caso che spesso si sovrappongano e si scambino la posizione in campo. Nell'idea di calcio di Gattuso, Jack e Calha sono fondamentali non solo per la capacità di rendersi pericolosi a ridosso dell'area avversaria, ma anche perché, più di Suso, hanno nei piedi il cambio di gioco che salta il pressing avversario e crea superiorità numerica sul versante opposto del campo. Contro la Roma, la catena di sinistra è stata senza dubbio la più redditizia, in parte per le difficoltà incontrate da Karsdorp in fase difensiva e per la spinta costante di Rodriguez, in parte perché a sinistra il Milan è stato più facilmente in grado di variare il gioco. Il "triangolo" Bonaventura-Calhanoglu-Rodriguez ha mostrato di avere più soluzioni di quello formato da Kessie-Suso-Calabria, che invece l'anno scorso era il più vivo. Lo spagnolo a destra ha più dribbling degli altri compagni, ma il suo gioco è meno vario e, in certo senso, condiziona quello dei compagni di "catena". Suso, in questo momento, è il sesto "regista" che manca. È più attaccante degli altri e più portato a cercare la porta, ma aiuta meno lo sviluppo della manovra. E' l'ultimo, o uno degli ultimi, dei difetti da limare"

Ultima annotazione. Come a Napoli Gattuso ha perso la partita sbagliando i cambi, si può dire, o si dovrebbe dire, che con le sostituzioni ha battuto la Roma. E' giusto solo in parte. Il tecnico rossonero ha sicuramente pescato il jolly con gli inserimenti di Laxalt e Castillejo, due giocatori in grado di spaccare la partita con il loro dinamismo, oltre che di Cutrone, match winner, ma ha letto il diverso assetto tattico tra primo e secondo tempo della Roma con un certo ritardo. Questo ha permesso a Di Francesco di rimettere in piedi una partita che stava stra-perdendo e che ha poi perso quando Gattuso ha scelto, sull'1-1, di provare a vincerla. Ha fatto i cambi giusti ma ci ha messo troppo. Senza la controprova, ovviamente, poteva stravincere e invece ha solamente vinto al 95'. Stesso effetto, strada più complicata. Ma anche per capire cosa e quanto ti possano dare i nuovi giocatori inseriti in rosa ci voleva e ci vuole tempo. Bakayoko compreso. Sarà utile, guai a farlo scivolare nel dimenticatoio. Infine Higuain-Cutrone. Lo ha detto anche Rino e ha ragione: in questo momento possono stare insieme solo in caso di necessità, ma non sono una soluzione praticabile a inizio gara. A meno che non si cambino modulo e assetto. Ma questo è davvero un altro discorso.

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