Juventus, Barzagli: "Proverò a fare l'allenatore"

L'ormai ex difensore: "Il Mondiale la cosa più bella, che delusione la finale Champions contro il Real. A Paratici devo fare una statua"

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Andrea Barzagli ha salutato Juventus e calcio nella festa di domenica scorsa allo Stadium, ora è già tempo di guarare oltre: "Farò il corso da allenatore a Coverciano, è un ruolo diverso dal calciatore attorno al quale gira tutto: devi avere rapporti con staff, calciatori, stampa, medico... mi affascina". Prima, però, un appuntamento rinviato a lungo: "Prendo la maturità, avevo interrotto in quinta geometri ma quest'anno ho studiato: è un mio obiettivo".

L'addio a scudetto vinto è stata una soddisfazione ("Meglio di così non poteva finire") ma rimane la delusione Champions: "Siamo arrivati corti come rosa, ci mancavano pezzi. Il loro gol allo Stadium ha aggiunto ansia, ci siamo rimasti male perché potevamo arrivare in fondo. Ronaldo? Un giocatore di quelli che ti fanno vincere ma dietro devi avere una squadra forte". E si torna alle finali perse: "Brucia più quella con il Real Madrid, potevamo giocarcela ma nel primo tempo siamo andati fuori giri perdendo compattezza. Non avevamo mai giocato così, loro hanno dimostrato di avere più esperienza". Dalle delusioni alle gioie: "Il Mondiale vinto è la cosa più bella, una cosa incredibile anche se a 24 anni non me lo sono goduto come avrei voluto".

Saluta Barzagli, saluta Allegri: "Una persona genuina, con lui si è parlato anche di vita: non solo calcio. Non solo è un ottimo tecnico ma sa curare i rapporti personali. Mancherà". Sul predecessore: "Conte è un martello sul lavoro, ci ha insegnato un modo di difendere diverso rispetto a quello di una volta ed è nata la BBC". E ora chi siederà sulla panchina bianconera? "Non lo so ma Paratici mi ha detto che hanno le idee chiare".

Infine, un ricordo dell'approdo alla Juve: "A Paratici devo fare una statua! Venne di persona a vedere le partite a Wolfsburg, dove non c'è l'aeroporto e devi farte un'ora di automobile da Hannover. Una volta mi disse: 'non solo siamo venuti a Wolfsburg, abbiamo visto tutte le 19 partite che hai giocato'. Mi ha cambiato la vita, spero di essere stato utile alla squadra in questi anni".

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