"E' giusto che io sia nel mirino"

L'allenatore nerazzurro alla vigilia dell'Udinese: "Non demoliamo quanto fatto in un anno e mezzo"

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Alla vigilia della sfida con l'Udinese, Luciano Spalletti si lecca le ferite per l'eliminazione dalla Champions ("un ko che fa male") e difende a spada tratta i suoi giocatori. "E' giusto tenere il mirino su di me, perché i calciatori stanno facendo quel che devono fare - ha spiegato - Dovevamo fare di più, ma non mi sembra che sia il caso di demolire quanto fatto dalla squadra in questo anno e mezzo". Su Nainggolan: "E' sempre a rischio".

Dopo martedì come riparte la squadra?
"Questi ragazzi meritano il sostegno dei tifosi perché hanno dimostrato il dispiacere per quanto successo e la voglia di giocare la partita di domani, perché sanno benissimo che quello è il primo passo. Non ti porta a destinazione ma ti sposta da dove sei rimasto. Il far vedere appartenenza per la situazione che stanno vivendo è la soluzione a tutto".

Cosa è successo nell'ultimo mese? E' un periodo simile all'anno scorso?
"E' molto differente, perché io vado a vedere le prestazioni. Questi giocatori stanno lavorando nella maniera giusta. Abbiamo perso una partita che fa male, che crea difficoltà per le reazioni dei nostri stessi tifosi. Ma poi, come ho sentito dire in altri casi, siamo usciti dalla competizione per differenza reti agli ultimi 10'. La squadra ha fatto bene, al di là della reazione un po' nervosa dopo l'1-0 ha fatto molto bene, meritava di vincere, ha fatto una buona partita. E' chiaro che un risultato così fa una grande differenza, ma al momento dei sorteggi nessuno ci dava una possibilità di passare il turno, invece l'abbiamo portata fino agli ultimi 10 minuti. Dovevamo fare di più ma non mi sembra che sia il caso di demolire quanto fatto dalla squadra in questo anno e mezzo. Per lo meno mi sembra ci sia la volontà, per come è stato trattato il nostro risultato, di andare a demolire quanto abbiamo creato e invece quello resta lì. Per questo io ripeto che questi calciatori meritano il sostegno dei tifosi".

E' troppo esperto per non sapere che essendo a 14 punti dalla Juve e fuori dalla Champions c'è delusione. A questo punto visto che vi giocherete molto, c'è la necessità di cambiare qualcosa?

"Dipende un po' dal vedere da dove siamo partiti. Siamo a -14 dalla Juventus, siamo partiti da -29, dal settimo posto. Tutti ci davano impossibilitati a passare il turno. Poi è chiaro che abbiamo perso questa partita e per come la squadra si era preparata la possibilità di giocare l'ultima gara era possibile passarlo il turno, perché aveva fatto un grande girone d'andata. E' chiaro che c'è un po' di delusione, ma noi non dobbiamo ribaltare nulla di quel che abbiamo fatto finora. Ci siamo costruiti un tragitto da portare avanti. Su quello stiamo lavorando e ci stiamo basando adesso perché io non vedo nelle partite in cui non abbiamo vinto o in cui abbiamo perso differenza dagli avversari da dover ribaltare quel che è il lavoro fatto. E' gusto tenere puntato il mirino su di me, non sui giocatori che stanno facendo quello che devono fare. Statene certi che prenderanno in esame quanto successo e rimarranno sul carro a lavorare per i nostri obiettivi".

Ufficializzazione di Marotta. Cosa si aspetta che porti in più al club e alla squadra?
"E' un professionista importante, porterà sicuramente un contributo. Ha esperienza di poter stare a confrontarsi con il palazzo dove si vanno a creare le regole per il calcio in generale e sa stare nello spogliatoio perché ha avuto contatto con i calciatori per andare a parlare anche di campo. Porterà sicuramente un contributo. Noi eravamo nelle migliori condizioni perché tutti i professionisti che già lavoravano nell'Inter mi hanno messo a disposizione tutto quel che ci vuole per lavorare con grande qualità ed efficienza. Per cui si vanno a sommare anche le sue caratteristiche cercando di andare ancora più in là".

Nel 2016-2017 c'è stata eliminazione dalla Champions quando allenavi la Roma, che alla fine ha fatto il record di punti. C'è una ricetta?
"Non conosce ricette, se non quella di lavorare, di venire presto a preparare l'allenamento e vedere i calciatori coinvolti nel calcio che si sta proponendo. Ho visto un allenamento fatto benissimo, di tocchi in velocità, di qualità. Ho visto una squadra pimpante per reattività muscolare. Quelli sono i risultati più importanti, è un ricostruire subito quelle piccole cose che ti rimettono in movimento e fare i primi passi in maniera corretta".

Tra tutte le critiche ce n'è una che ti ha dato più fastidio della altre?
"Mi sembra che qualcuno abbia usato il piede di porco. Ma se sono critiche fatte nella maniera giusta diventano costruttive. E' chiaro che poi non è che tu ti possa aspettare molto da una critica perché qualcuno è tifoso di un'altra squadra e si trova a dover analizzare una partita. Noi sappiamo dove può arrivare una critica corretta e c'è magari da usarla, se fatta in maniera civile".

Fra i nuovi, se Politano è quello che ha avuto la crescita migliore a calarsi in un club come l'Inter.
"Secondo me ne sono cresciuti diversi. Lui ha fatto vedere di essere un calciatore completo, sa fare tutta la fascia, sa mettere gli assist. Avesse un po' più di fisicità sarebbe un top player a livello europeo. Se farà vedere ancora questa sua velocità, questo estro, questa completezza nelle due fasi diventerà ancora un giocatore importante. Ci sono calciatori che per quelle che sono le mie conoscenze sono diventati calciatori importanti per avere un mercato importante".

Dopo l'eliminazione sono usciti tanti nomi. Le parole di supporto di Marotta come le intende?
"Anche se avessi passato il turno, mi sarei sentito in discussione perché in un club come l'Inter sei sempre in discussione. Non mi creano alcun fastidio le voci, il supporto che mi vogliono dare forse mi dà fastidio perché quando uno ti vuole dare supporto ti vuol dire che ti sta aiutando. Allo stesso tempo ti sta dicendo che da solo non ce la fai. Diciamo che viene più ad ammalarti di quel che vorresti insinuare magari anche scrivendolo. Di conseguenza non ho nessun tipo di problema ad affrontare queste situazioni".

L'Inter ha perso 6 delle 21 gare giocate, l'anno scorso era stato un avvio migliore. Cosa è cambiato?
"Io guardo come gioca la squadra. Quello che fa la squadra durante le partite. Come ha perso contro il Tottenham o la Juventus, come ha pareggiato con il Psv. Trovo abbiamo un comportamento corretto la mia squadra, poi trovo anche che siamo riusciti ad abbassare il gap con dei risultati o dei punteggi o delle differenze che c'erano l'anno scorso, nel confronto con le altre squadre. E' salito l'equilibrio di questo campionato, eccetto la Juventus tutti hanno un po' più di problemi. E' differente la classifica. Quel che diventa importante dentro lo spogliatoio è raccontarsi le cose giuste perché poi ottimismo o pessimismo derivano da come fai apparire le cose e noi sappiamo come farle apparire nello spogliatoio perché quel che abbiamo fatto è lì sotto gli occhi di tutti. Tutti i giorni si fanno analisi e confronti. C'è un risultato che ci disturba ma abbiamo lavorato nella maniera corretta e state tranquilli che dentro lo spogliatoio dell'Inter ci sono tanti interisti, c'è tanto interismo e questo è fondamentale per rimetterci in carreggiata".

Il momento critico di Asamoh. Cosa gli si dice?
"Gli si dice quel che si diceva prima: che non è stando con la testa sulle ginocchia e le mani sulla testa che rimetti a posto ciò che è avvenuto precedentemente. Lo risolvi affilando gli scarpini, mettendo un nodo in più perché non ti vada a scivolare nel contatto col piede e piantando due scatti più forti dell'avversario. Rendendosi conto di quanto avvenuto e prendendoti le responsabilità. Se stai lì nell'angolino e piangi di ciò che è successo il pianto non porta consiglio. Si va a riprendersi in mano quella determinazione che ci vuole per vestirsi di questi colori e ci vogliono quei comportamenti. Servono contenuti. Per me un lavoro fatto bene è lasciare la situazione meglio di come l'hai trovata e lui deve fare un lavoro fatto meglio di chi lo ha preceduto per essere tranquillo".

Situazione degli infortuni e di Nainggolan? Domani può giocare?
"Ha qualche allenamento in più, è sempre a rischio perché è stato un infortunio serio e vanno fatte queste considerazioni. Domani ho qualche giocatore in più, la rosa è quasi completa e questo ci permette di scegliere dove mettere le mani durante la partita. Non siamo obbligati dal numero dei calciatori a disposizione".

Grando di difficoltà dell'Udinese e quali risposte si aspetta dalla squadra?
"Il grado di difficoltà è sempre lo stesso: dieci. C'è sempre difficoltà ad affrontare le avversarie del nostro campionato. Le guardi sette giorni prima e ti rendi conto che non avrebbero scampo se fai le cose per bene, poi invece ti va di traverso il primo episodio e ti scombussola i piani. Bisogna entrare dentro con una determinazione feroce perché proprio l'ultima partita insegna che basta un dettaglio per ribaltare le sicurezze che hai e andare a vincere la partita perché abbiamo bisogno di vincere per ritrovare subito la ripartenza".

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