Moratti, il regista dell'amarcord Mourinho-Ronaldo. Guarirà l'Inter?

L'opinione di Bruno Longhi su questa sorpresa del sabato sera

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Chissà se sabato sera l'attenzione dei tifosi verrà catturata da chi sara in campo o invece da quei due là, lo Special one e il Fenomeno, invitati d'onore in tribuna per Inter-Sampdoria. Josè Mourinho divorziato dal Chelsea e in attesa del matrimonio con lo United, ritornerà a immergersi nel mondo nerazzurro a distanza di 5 anni dalla notte magica di Madrid, quella che sancì l'indimenticabile triplete.

Lo ha invitato Massimo Moratti- col quale i rapporti non si sono mai interrotti- anche per celebrare, giorno più giorno meno, il quinquennio della conquista della Champions. Lo Special one -è giusto ricordarlo- era rimasto in contatto con l'ex presidente anche nei giorni successivi alla notte madrilena, quando lui aveva preferito lasciare il Bernabeu su un'auto messagli a disposizione da Florentino Perez. Qualche giorno dopo, infatti, i due si sarebbero incontrati a Milano, per una cena d'addio.
Curiosamente sarà in tribuna proprio in occasione della gara con la Samp che riporta alla memoria quel suo gesto delle manette che avrebbe poi fatto il giro del pianeta. E sarà l'occasione per il popolo interista di cercarlo con gli occhi nella tribuna vip, per spiarne da lontano , se possibile, l'emozione, l'entusiasmo.
E gli sguardi scivoleranno verso la panchina, si soffermeranno su Mancini -colui che già a suo tempo lo aveva preceduto sulla panchina nerazzurra- e che ora, concentratissimo, tenta di portare l'Inter fuori dalle sabbie mobili in cui è scivolata in questo dannato inizio del 2016. Tutto in una volta: il presente che sembrava, ma che ora non c'è più. Il passato che ritorna con le sue inevitabili nostalgie, che lo fanno sembrare ancora più grande, più indimenticabile.

E con Mou ci sarà anche il fenomeno Ronaldo, da ieri in Italia per essere poi presente lunedì a Coverciano alla cerimonia del suo ingresso nella Hall of fame del calcio italiano. Sarà a San Siro nel ricordo di quando in campo nel suo quinquennio in maglia nerazzurra bastava lasciargli il pallone tra i piedi perché i sogni dei tifosi divenissero realtà. Del resto se sei un fenomeno da solo basti e avanzi.
Tutto il contrario rispetto a quanto accade oggi, con Icardi, colui che ne ha ereditato il ruolo al centro dell'attacco, molto spesso spazientito perché, sostiene, se non mi danno il pallone è difficile fare gol. Del resto se non sei un fenomeno da solo non basti e non avanzi.
Una notte, quella di sabato, in cui ci sarà tutto in una volta. Il rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere, con Ronaldo, ma non è stato: solo una coppa Uefa, il primo trofeo di Massimo Moratti. Il ricordo del momento più esaltante del nuovo millennio interista, la Champions di Madrid. Il presente, illusorio fino ad un paio di mesi fa, da cui divincolarsi per ripartire verso il futuro. O verso il passato.

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