Mazzarri a Tiki Taka: "All'Inter volevo Lamela, ma costava troppo"

L'ex allenatore nerazzurro: "Quella nuova società non ha protetto le scelte del tecnico"

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"Volevo Lamela all'Inter, ma costava troppo e mi hanno detto che dovevo fare un mercato minore", parola di Walter Mazzarri che in esclusiva a Tiki Taka ha ricordato, con un pizzico di amarezza, la sua esperienza sulla panchina dell'Inter. "Qualche giocatore che volevo e non è arrivato? Ce ne sarebbero stati tanti ma non li posso dire. Kolarov, Luiz Gustavo per esempio, non si poté riscattare Rolando che era stato uno dei migliori", ha detto il livornese. Poi, sempre sul mercato nerazzurro, una frecciata a Mancini: "Io però non sono un allenatore che va in conferenza e fa una lista di giocatori da prendere".

Mazzarri ha vissuto il cambio societario da Moratti a Thohir: "All'Inter problemi di comunicazione e di chiarezza? Ho un'idea ma è meglio che non la esprima completamente. Nel mio primo anno c'è stato un cambio societario non normale e lì c'è stato tanto da fare perché la nuova società non ha sempre protetto le scelte dell'allenatore. Tante cose non potevo dirle apertamente perché dovevo proteggere il lavoro della società e forse con la stampa si sono creati degli equivoci. Ma questo è un discorso profondo che preferirei non toccare più. In generale però mi piacerebbe che si stesse più attenti alla valutazione della rosa che si ogni allenatore ha a disposizione. Non è che se si gioca con la maglia nerazzurra bisogna vincere per forza, non è un'equazione sempre esatta. Poi col tempo si è capita questa cosa".

L'esperienza di de Boer all'Inter?
"Dall'esterno non si possono dare giudizi, perché non conosciamo la situazione e cosa si sono detti con la società Magari lui ha detto di voler portare la squadra al terzo posto e ha sbagliato alcune valutazioni ma non conoscendo la situazione non si può sapere. Poi se si cambiano molti allenatori possono subentrare degli equivoci perché a volte prendi giocatori forti ma utili a un allenatore invece che a un altro".

Poi è tempo di parlare anche di Napoli: "All'esordio in Champions con il Manchester City c'erano tutti giocatori esordienti in Champions. Forse solo De Sanctis non lo era. Questo la dice lunga di quello che si è fatto a Napoli in quegli anni. Il rapporto con De Laurentiis? Di sicuro il Presidente mi stima, siamo stati insieme 4 anni. Lui ha preso il Napoli nelle categorie inferiori, l'ha portato in Serie A. Quando sono arrivato io la squadra è cresciuta, è tornata a essere un club importante e conosciuto in tutto il mondo e i meriti vanno dati a chi ha contribuito a questa crescita e un po' anche a me. Un giudizio su Hamsik? Quando mi chiedono qual è il giocatore ideale per un allenatore penso a lui. E' sempre sereno e positivo, non litiga mai con nessuno, accetta le scelte pur essendo un campione, pensa sempre alla squadra. Può fare tanti ruoli e li interpreta tutti benissimo. Differenze tra Higuain e Cavani? Sono molto diversi, Higuain partecipa di più al gioco della squadra, Edin è un bomber, un finalizzatore puro. Higuain ha anche l'assist nelle sue corde, Cavani è migliorato molto ma rimane un goleador. Lui esaltava al massimo il nostro gioco. Errori commessi al Napoli o all'Inter? Io sono un iper-critico, ogni partita che perdo ripenso a cosa avrei potuto fare di diverso. Magari quando si va in certi club non bisogna essere troppo signori con le società, forse questo ma la mia correttezza professionale mi ha fatto tenere sempre tutto all'interno della società".


Ora Mazzarri è felice in Premier al Watford
: "Qui c'è un ambiente e un'atmosfera negli stadi che bisogna viverli per capire. E' sempre una festa, ogni partita è un evento, tutti tifano per la propria squadra, mai contro. Gli stadi sono sempre pieni, è come fare sempre una partita internazionale ogni week end. La vittoria contro Ranieri? Abbiamo fatto una bella partita ma a vedere il Leciester da vicino si capisce perché ha vinto l'anno scorso. Probabilmente non hanno l'esperienza giusta per fare due competizioni. Quest'anno stanno facendo benissimo in Champions e meno in Premier ma sono molto forti. L'obiettivo del Watford? Quando ho firmato il triennale il presidente mi ha detto che bisognava consolidarsi nella categoria e poi crescere negli anni successivo. Chiaramente io non mi accontento e voglio sempre il massimo. Per quest'anno vogliamo salvarci tranquillamente e poi puntare più in alto nelle prossime stagioni. Ma con calma perché il progetto è appena cominciato".

L'Italia non gli manca: "In questo momento sto bene qui, anche perché se avessi voluto sarei potuto restare in Italia ma ad oggi sono molto contento di questa esperienza. Veder crescere questa squadra in un ambiente diverso mi dà molti stimoli".

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