Il calcio è in lutto. Si è spento a 71 anni, compiuti il 9 marzo, Emiliano Mondonico dopo una lunga battaglia contro la malattia. Da allenatore ha legato il suo nome soprattutto a Cremonese (che nel 1984 ha riportato in Serie A dopo 54 anni), Torino (conquista della Coppa Italia nel 1992/93) e Atalanta (che ha guidato fino alle semifinali di Coppa delle Coppe contro il Malines nel 1987/88). I funerali si terranno sabato alle 10 nella sua Rivolta d'Adda.
Il calcio piange la scomparsa di Mondonico, per tutti il 'Mondo', uno degli allenatori italiani più carismatici. Nato e cresciuto a Rivolta d'Adda, in provincia di Cremona, il 9 marzo 1947, dopo una carriera da calciatore con le maglie di Cremonese, Torino, Monza e Atalanta, ha iniziato quella di allenatore nelle giovanili della Cremonese, per poi passare a guidare la prima squadra nel campionato di Serie B 1981/82. Nel 1984 riporta la squadra grigiorossa in Serie A dopo 54 stagioni. Nel 1987/88 va all'Atalanta, che condusse nella straordinaria cavalcata fino alle semifinali di Coppa delle Coppe, persa con i belgi del Malines. Sulla panchina del Torino la definitiva affermazione: quinto posto nel 1991, poi la finale di Coppa Uefa (persa con l'Ajax), e la conquista della Coppa Italia nel 1992/93 contro la Roma. Nella sera della finale Uefa dei granata ad Amsterdam alzò la sedia per protestare contro l'arbitro. Poi il ritorno all'Atalanta (promozione in A e finale della Coppa Italia poi persa con la Fiorentina), ancora l'esperienza al Toro. Successivamente Napoli, Cosenza, Fiorentina e negli ultimi anni di carriera sulla panchina di Albinoleffe, ancora Cremonese e Novara. Poi iniziative benefiche e tanto lavoro con i giovani.
Da sette anni il 'Mondo' lottava con il cancro, che lui stesso chiamava la Bestia. Dopo l'intervento, il rientro a tempo di record e la salvezza conquistata sulla panchina dell'Albinoleffe. "Ho conosciuto un avversario particolare in corso d'opera - disse allora - ma non posso ancora dire di averlo sconfitto. Convivere con il pensiero di qualcos'altro oltre all'Albinoleffe non è affatto semplice. Come faccio a regalarvi certezze se non sono sicuro di essere qui tra un mese?". E qualche mese fa: "Il cancro non e' invincibile, il calcio mi dà la forza per continuare a sfidarlo". "Ciao Papo.... sei stato il nostro esempio e la nostra forza... ora cercheremo di continuare come ci hai insegnato tu... eternamente tua". Così la figlia di Mondonico, Clara, saluta il padre su Facebook.
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