L'OPINIONE

Calciatori al lavoro in sicurezza. Giusto e possibile

Seguendo le linee della commissione medica si può ricominciare

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Se non loro chi? Loro sono i calciatori professionisti. Mentre nel Paese monta il dibattito sulla cosiddetta sulla fase 2, il calcio si domanda quando i giocatori potranno tornare in campo. In questo senso hanno grande valore i lavori della Commissione Medica voluta dalla FIGC. Il Presidente Gravina lo ha ribadito parlando a medici, virologi e scienziati che stanno elaborando un protocollo di garanzia: “Se e quando dovessimo avere la luce verde per una graduale ripartenza, il nostro mondo deve trovarsi pronto”. Non si tratta solo di un problema tecnico o economico. Gravina ha spiegato che “per il ruolo che il calcio ricopre  nella società civile italiana … potremmo dare un contributo importante a tutto il Paese”.

Parole assennate. La ripartenza del calcio anche se con gli stadi chiusi sarebbe un segnale importante verso un ritorno, almeno simbolico, alla normalità. Del resto se non si riesce a far tornare le squadre ad allenarsi, cioè a far tornare i giocatori al... lavoro, quale altra categoria professionale potrebbe riprendere la propria attività?

I calciatori restano lavoratori privilegiati oltre che per gli stipendi anche per i controlli medici a cui sono costantemente sottoposti e che ora verranno esponenzialmente rafforzati.

La Commissione Medica specifica che si seguiranno tre principi fondamentali: semplicità, fattibilità e attendibilità medico scientifica. Calciatori, allenatori, medici fisioterapisti, magazzinieri, tutti saranno seguiti clinicamente con una serie di esami diagnostici. Monitorati in particolare i tesserati che hanno contratto il Covid 19. Sistema di monitoraggio che sarà esteso anche agli arbitri. Come dicevamo poche altre realtà lavorative potranno godere di questo genere di assistenza medica quando rientreranno al lavoro. Vero è che negli allenamenti e nelle partitelle il concetto di distanza sociale ( il famoso metro e più ) non può essere applicato ma le garanzie messe in campo sembrano essere sufficienti. Anche perché i primi allenamenti si svolgeranno in luoghi chiusi (come i centri sportivi) accuratamente sanificati. Altra garanzia che non tutte le realtà professionali potranno applicare.

Ecco se c’è qualcuno che, emergenza sanitaria permettendo, può iniziare a tornare al lavoro sono proprio i calciatori.

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