Nel recupero della 26a giornata di Serie A, rinviata lo scorso 25 febbraio per neve, la Juventus batte 2-0 l'Atalanta all'Allianz Stadium e rinforza il suo primato in classifica portandosi a +4 sul Napoli. Sblocca la gara Higuain al 29' del primo tempo dopo un'azione travolgente di Douglas Costa. Con l'Atalanta rimasta in 10 per il rosso a Mancini, Matuidi chiude i conti all'81'. La Dea resta ottava e vede allontanarsi la zona Europa.
In un mercoledì di metà marzo la Juve piazza il possibile colpo-Scudetto: dopo aver raggiunto la quarta finale di Coppa Italia consecutiva e i quarti di finale di Champions League, i bianconeri rinforzano il loro primato in campionato e i numeri di un 2018 pazzesco. Quest'anno i bianconeri sono a punteggio pieno in Serie A: solo vittorie, nove, 19 gol segnati e zero subiti. E' questo il dato che impressiona perché la Juve è di ferro e rasenta la perfezione: non nel gioco ma nella praticità, nel fare sempre la cosa giusta al momento giusto. Anche quando sembra in difficoltà, anche quando i numerosi impegni e qualche infortunio sembravano poter mettere in difficoltà Allegri. Ma proprio nelle difficoltà la Juve si esalta dimostrando sul campo di non essere mai sazia. E getta nello sconforto gli avversari, li avvilisce: l'Atalanta, lasciata giocare ma poi colpita puntualmente, e il Napoli, cui rischia di non bastare un campionato strepitoso. Perché ora è tutto ampiamente nelle mani dei bianconeri che con 4 punti di vantaggio sulla banda di Sarri viaggiano col vento in poppa.
Allegri ritorna all'antico con un 4-2-3-1 dove il centrocampo è affidato a Pjanic-Matuidi, la corsa e il sacrificio a Douglas Costa e Mandzukic con la fantasia di Dybala a ispirare Higuain. Ma è una partita ostica quella a cui sono costretti i bianconeri perché l'Atalanta, con Mancini al centro della difesa, Haas in posizione avanzata e Gomez-Ilicic davanti, non rinuncia mai a fare il proprio calcio. La Dea costringe la Juve ad abbassarsi nella propria metà campo e con un pressing furioso anche a qualche errore e qualche palla persa. Personalità e meccanismi ampiamente collaudati per i ragazzi di Gasp che manovrano con i consueti inserimenti dei centrocampisti e arrivano ad attaccare l'area avversaria anche con otto uomini. Per poi scalare e ripiegare prontamente senza concedere spazi alla manovra bianconera. De Roon non stacca gli occhi di dosso da Pjanic mentre Cristante prende Matuidi. La spregiudicatezza è il punto di forza ma forse anche di debolezza dell'Atalanta che non si snatura mai e tiene una difesa parecchio alta. L'unico modo per prenderla in controtempo è alle spalle o in velocità nell'uno contro uno. La Juve sembra faticare in questo fino a quando Douglas Costa prende letteralmente il motorino, si fa mezzo campo in velocità spaccando in due i nerazzurri per poi servire in area Higauin il cui destro a incrociare è chirurgico. La Juve è letale nell'unica ripartenza concessa e in campo aperto è una sentenza, così come consolidata è la sua capacità di compattarsi e soffrire in difesa anche quando è messa sotto pressione da fraseggi e tocchi rapidi.
E' una gara di sostanziale equilibrio, giocata alla pari dove la differenza la fanno le giocate dei campioni e il sacrificio degli attaccanti bianconeri. Ma anche la "visione" di gioco di Higuain che veste spesso i panni del suggeritore e prova a ricambiare il favore lanciando Douglas Costa che scheggia il palo. Sono loro due ad avere le giocate in grado di cambiare il corso della partita. E all'Atalanta, a un centimetro dal pari con un colpo di testa di Mancini sugli sviluppi di un corner, sembrano venire a mancare le energie, dopo aver a lungo sbattuto contro il muro bianconero. Gasp cerca allora vitamina con gli ingressi di Petagna e Cornelius giocandosi il tutto per tutto con un 4-2-4 che offre nuove soluzioni: i nerazzurri infatti iniziano a cercare il gioco aereo e a sfruttare la fisicità dei nuovi entrati. Ma la lancetta che ha iniziato a segnalare la mancanza di benzina nel corso del secondo tempo non ha sbagliato: l'Atalanta della ripresa non ha mai dato la sensazione di poter colpire. L'ingenuità di Mancini che rimedia due gialli in un amen chiude il match ben prima del timbro finale di Matuidi, servito da uno strepitoso Higuain. La Dea si arrende e vede allontanarsi la zona Europa: i nerazzurri, infatti, restano ottavi con 41 punti, 3 in meno della Samp e 6 in meno del Milan. La sensazione è quella di una squadra che deve imparare a badare meno all'aspetto estetico e più a quello pratico. Se servono lezioni si chieda alla Juve: spietata, infallibile, incrollabile e inattaccabile. Non è bella? Bè, essere in corsa su tutti i fronti e con lo Scudetto nelle proprie mani tanto brutto non deve essere.
Higuain 8,5 - Prova a dettare la verticalizzazione, fa sponde, apre spazi per i compagni, fa gol e persino assist: manca solo che pulisca lo spogliatoio prima di lasciare lo Stadium e si può dire che faccia davvero, ma davvero, tutto. Attaccante totale (e letale)
Douglas Costa 7,5 - La partita la sblocca lui con uno sprint da centometrista puro. Sono semrpe le sue folate a creare gli spazi e la percolosità. Ha una marcia in più, forse anche due o tre
Lichsteiner 6 - Controlla bene, si fa vedere una volta o due, non di più nel primo tempo. Esce nella ripresa dopo aver concesso a Manicni lo stacco di testa che poteva costare il pareggio momentaneo
Mancini 5 - Giocherebbe anche una partita gagliarda su Higuain che però in questo momento è il miglior attaccante della Serie A, quasi immarcabile. Fa quello che può ma l'ingenuità del doppio giallo in pochi minuti è letale
Ilicic 6,5 - E' il più pericoloso con le sue giocate, quelle che mette più in difficoltà la difesa della Juve
Gomez 5,5 - Continua a non essere al meglio e a non riuscire a mostrare le sue qualità. Come se non riuscisse ad accendersi
Espulsi: Mancini (A)
Note: Al 34' st espulso Mancini (A) per doppia ammonizione
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