Italia, Mancini: "Sogno di vincere Europei e Mondiali di fila"

"Barella mi ricorda Tardelli e Zaniolo può giocare alla Pogba. Vialli? Non abbiamo mai parlato della malattia, ma è una roccia"

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Nazionale, razzismo, fede, Serie A e Vialli. Roberto Mancini si racconta alla Gazzetta dello Sport in un'intervista che tocca tanti aspetti importanti della sua vita professionale e privata. A partire dai sogni sulla panchina azzurra. "Mi piacerebbe vincere Europeo e Mondiale di fila - ha svelato il ct -. Barella mi ricorda Tardelli e Zaniolo può giocare alla Pogba". Poi su Vialli: "Non abbiamo mai parlato della malattia, ma Luca è una roccia".

Sulla panchina dell'Italia Mancini si sente a suo agio. Ne sente il peso e la responsabilità, ma vive tutto con grande serenità. A partire dagli obiettivi. "Stiamo seguendo la linea tracciata da Sacchi, che ha cambiato il calcio in maniera eccezionale - ha spiegato -. Voglio una squadra che faccia sempre gioco e attacchi con continuità. Mi piacerebbe che la mia Nazionale trasformasse in qualche gol in più tutto il gioco che fa". "Sono contento dell'empatia che si è creata tra i giocatori - ha continuato -. Sono felice e orgoglioso anche della gioia di mio padre nel vedermi in questo ruolo". "Essere nominato ct è una cosa grande, da vivere con grandi ambizioni - ha proseguito Mancini -. Tipo vincere un Europeo e un Mondiale di fila. Qualche altra nazionale ci è riuscita, non vedo perché l'Italia, potenza storica del calcio, non possa. Il sogno è questo".

Poi qualche considerazione sugli uomini più importanti in campo della sua Italia, soprattutto in prosepttiva. "Barella sembra Tardelli, ha qualità tecnica, tiro, non perde palla, la prende di testa, non molla mai, si inserisce, ma deve segnare qualche gol in più - ha spiegato il ct -. Ha una padronanza del ruolo molto importante nonostante l'età. Lo vogliono i club di mezza Europa? Deve essere sicuro di andare a giocare, perché ha tutto e grandi margini di miglioramento". Quanto a Zaniolo, Mancini ha una visione tutta sua della posizione in campo ideale per il giallorosso: "Ora gioca tr4equartista, ma per potenza atletica lo vedo anche a tutto campo, alla Pogba". Grandi aspettative il Mancio poi le ripone anche in Chiesa e Bernardeschi. "Federico ha avuto qualche problema fisico, ma è migliorato tanto e giocherà nella Juve perché ha tanti impegni davanti - ha spiegato -. Una piccola frenata per Chiesa ci sta, viste le tante pressioni. Nel suo ruolo deve segnare di più, si faccia dare qualche consiglio dal padre per migliroare nel tiro". Sempre sulla fascia, ma più arretrato, il ct azzurro registra anche un netto miglioramento di De Sciglio: "Può giocare a destra e a sinistra. Ha fatto un grande salto di qualità e grazie a lui posso aspettare con più serenità Conti e Spinazzola". Altra pedina preziosa poi è Lazzari, per cui il ct ha solo buone parole: "In Portogallo gli ho fatto fare una gara difficile, ma lui ha fatto benissimo e in campionato continua a giocare bene. Non l'ho più convocato, ma non l'ho affatto bocciato, anzi...". Capitolo Balotelli. L'impressione è che Mancini lo consideri sempre nei suoi piani. "Ci siamo sentiti per gli auguri - ha spiecato il Mancio -. Sta bene ed è migliorato fisicamente. La speranza è che giochi. Deve giocare e fare gol, non gli serve altro".

E parlando di SuperMario, il tecnico azzurro ha afrfrontato anche il tema del razzismo negli stadi. "Non bisogna mnimizzare, servono azioni clamorose a costo di penalizzare il 99% degli spettatori - ha spiegato -. I giocatori potrebbero fermarsi e smettere di giocare se sentono cori razzisti. Già solo il comportamento dei calciatori può fare molto". "Noi italiani siamo un po' incattiviti per tanti problemi - ha aggiunto -. Ma abbiamo sempre avuto il cuore grande e aiutato tutti. Mi padre andò a lavorare in Germania e lo aiutarono".

Poi qualche battuta sulle protagoniste del campionato italiano. "Al ritorno la Roma potrebbe sorprendere tutti, ha giovani di qualità che stanno facendo esperienza e l'Atalanta può confermarsi - ha spiegato il ct -. Modric all'Inter? Potrebbe fargli fare un grande salto di qualità. E' un giocatore tecnico, troppo tecnico. Starebbe bene anche nella nostra Nazionale...". Quanto al Milan, invece, Mancini sta con Gattuso: "Non conosco Paquetà, ma i rossoneri non mi dispiacciono nemmeno così. Se poi dovessero prendere Sensi...". Sulla corsa scudetto, Mancini poi non ha tanti dubbi: "Il campionato non è chiuso, il Napoli non deve mollare, anche se credo che alla fine vincerà la Juve".

Infine parole speciali per l'amico fraterno Gianluca Vialli. "Gli sono sempre stato vicino, non abbiamo mai smesso di sentirci - ha spiegato Mancini -. Ma della malattia non abbiamo mai parlato. Io non ne avrei avuto la forza, lui non lo ha afatto e io ho rispettato il suo silenzio. Ho saputo della malattia da un suo amico". "Quando ci sentiamo io e Luca è per cazzeggiare... - ha aggiunto Roberto, molto legato alla fede e a Medjugorje -. Ma non è mai mancato nelle mie preghiere". "Per me Luca è sempre stato un esempio, da quando ci conosciamo - ha proseguto il ct -. Per l'impegno e la serietà con cui faceva le cose, per le responsabilità che si prendeva. Per questo è stata ancora più difficile da accettare la malattia, si era ammalato un fratello". "Ma è una roccia e ancora una volta ha dimostrato la sua forza - ha concluso -. Ci siamo visti a Londra di recente. Sta bene, controlli perfetti. E' il più forte e possiamo continuare a cazzeggiare". 

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