NBA

Basket, Nba: LeVert demolisce Boston con 51 punti, ok Lakers e Toronto, ko gli italiani  

Al TD Garden i Celtics crollano nel finale perdendo 129-120 al supplementare. Los Angeles batte Philadelphia con 37 punti di Davis, lezione di Leonard a Gallinari

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Nella notte Nba i Los Angeles Lakers battono 120-107 Philadelphia rimontando dal -13 grazie a un super Davis (37 punti). LeVert ne realizza 51 e Brooklyn sbanca Boston al supplementare (129-120). Ok Toronto contro Phoenix, Denver cade contro Golden State. Sconfitti gli italiani: Gallinari (15 punti) si inchina per 109-94 contro i Clippers, solo cinque punti per Melli nel k.o. di New Orleans contro Minnesota, mentre San Antonio vince senza Belinelli.

LOS ANGELES LAKERS-PHILADELPHIA 76ERS 120-107
Con una portentosa rimonta nel secondo quarto e un'autorevole gestione nella ripresa, i Lakers (47-13) si prendono la vittoria contro Philadelphia e mantengono il cospicuo vantaggio sui cugini dei Clippers in cima all'Ovest. Ottimo il 53.5% dal campo dei gialloviola, che hanno in Anthony Davis un uomo-ovunque: 37 punti, 13 rimbalzi, 13/19 dal campo di cui uno strepitoso 4/5 da tre; e non è tutto, perché a condire questi numeri ci sono quattro recuperate e due stoppate, a ribadire la bravura di The Brow (+30 di plus/minus) su entrambi i lati del campo. L'ex New Orleans nel secondo quarto ha anche il merito di orchestrare la rimonta dal -13 dei Lakers con ben 18 punti. LeBron James si “ferma” a 22 punti e 14 assist e Los Angeles nella ripresa non rischia mai di essere raggiunta dai Sixers, che devono affrontare la trasferta dello Staples Center senza Embiid, Simmons e Richardson. Così è Glenn Robinson III a guidare il punteggio di Philadelphia con 25 punti (massimo in carriera pareggiato). In classifica, Lakers (47-13) saldamente a comando dell'Ovest, Sixers (37-25) sesti a Est con mezza gara di svantaggio da Indiana.

OKLAHOMA CITY THUNDER-LOS ANGELES CLIPPERS 94-109
Netto dominio dei Clippers su uno dei campi più difficili da sbancare in questo momento, perché Oklahoma nel 2020 viaggia con un record di vittorie-sconfitte pari a 30-9, un ritmo da cima della classifica o comunque da posizioni di vertice. Come in ogni grande sfida, Kawhi Leonard è l'uomo decisivo con 25 punti a referto e tante giocate utili in difesa, reparto dove i losangelini si costruiscono la vittoria tenendo Oklahoma al 42% dal campo. Montrezl Harrell e Paul George (salutato dal calore dei suoi ex tifosi) aggiungono 16 punti a testa e così i Clippers (42-19) conquistano la quinta vittoria di fila. Sono invece alla seconda sconfitta consecutiva i Thunder, mai apparsi in gara: il migliore dei padroni di casa è Dennis Schröder (24 punti), mentre altri due ex di turno come Shai Gilgeous-Alexander e Danilo Gallinari si fermano a 15. A preoccupare coach Billy Donovan è non tanto la sconfitta ma la pochezza offensiva: “Ci sono dei momenti in gara dove siamo stagnanti in attacco”, commenterà nel post-match. In effetti, anche migliorando la fase difensiva (dai 133 subiti contro Milwaukee ai 109 contro i Clippers), il minimo comune denominatore sta nella fatica a trovare il canestro (86 punti contro i Bucks, 94 contro Leonard e compagni). A Ovest, Thunder (37-24) sesti, i Clippers staccano Denver e sono secondi da soli.

NEW ORLEANS PELICANS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 134-139
Si realizza che è una meraviglia allo Smoothie King Center di New Orleans: Minnesota tira con il 55.7% dal campo, NOLA non è molto da meno e viaggia con il 52%. Normale che il punteggio finale sia alto e che anche i giocatori ne beneficino a livello personale: entrambi i quintetti iniziali vanno interamente in doppia cifra. È un k.o. che non ci voleva per le ambizioni playoff di New Orleans, che ora è a quattro gare di distanza da Memphis, anche perché Minnesota è una delle squadre peggiori della lega e pensa già al prossimo anno. Zion Williamson realizza 25 punti (10/19 dal campo), due in meno di un Jrue Holiday che va in tripla doppia grazie a 12 assist e dieci rimbalzi, ma i Pelicans si incaponiscono con il tiro da tre (sbagliando 25 dei 39 tentativi), non sono perfetti dalla lunetta (16/27 a segno) e sul perimetro concedono molto ai T'Wolves, che hanno in Malik Beasley il topscorer (28 punti). Prestazione scialba per Nicolò Melli, autore di cinque punti in 19 minuti con 2/6 dal campo, di cui 0/3 dalla lunga distanza.

PHOENIX SUNS-TORONTO RAPTORS 114-123
I campioni in carica sono tali anche perché in grado di rimediare alle partenze ad handicap per poi venire fuori nel momento del dunque. È quanto successo ai Raptors nella gara della Talking Stick Resort Arena. Phoenix (24-38) segna infatti 39 punti nel primo quarto e altri 29 nei 12 minuti successivi, andando al riposo sul 68-61 contro i canadesi. Toronto resta però agganciata al match e nel terzo quarto trova la chiave, e gli uomini, per sfondare: Pascal Siakam mette a referto 33 punti (con 12/20 dal campo e 5/9 da tre), Kyle Lowry e Norman Powell sono ben più di secondi violini e terminano la gara rispettivamente a quota 28 e 26. Inoltre, emerge la superiorità a rimbalzo (47-35) dei canadesi, che però si assicurano la vittoria solo nei cinque minuti finali, chiudendo il match con un break di 18-10. Per Phoenix il miglior realizzatore è il solito Devin Booker con 22 punti, ma con medie dimenticabili dal campo (5/14). In classifica, Toronto (43-18) seconda a Est con una gara e mezza su Boston, Phoenix terz'ultima a Ovest. 

BOSTON CELTICS-BROOKLYN NETS 120-129 OT
I Celtics comandano per tutto il match ma si spengono sul più bello, facendosi bullizzare da Brooklyn a rimbalzo (63-42) e in generale dall'attacco dei Nets, che rifila addirittura 51 punti ai padroni di casa nell'ultimo quarto. Così come 51 sono i punti di Caris LeVert. Un vero e proprio collasso, come lo hanno chiamato i Verdi: LeVert segna addirittura 37 punti tra ultimo quarto e overtime; suoi i liberi che portano al supplementare, suoi tutti gli 11 collettivi degli ospiti nei cinque minuti aggiuntivi, mentre Boston trova solo un canestro da due con Carsen Edwards e si lascia scappare una vittoria che sembrava cosa fatta dopo il +21 del terzo quarto (71-50). Il punteggio dei Celtics è guidato da Jaylen Brown (22 punti), mentre il ritorno di Kemba Walker produce 21 punti. Marcus Smart aggiunge 14 punti e dieci rimbalzi. Per i Celtics (41-19) ancora un overtime indigesto che porta alla seconda sconfitta di fila: Boston rimane terza a Est, Brooklyn (27-33) è settima.

DENVER NUGGETS-GOLDEN STATE WARRIORS 100-116
È indubbiamente la sorpresa della serata: Golden State, la peggior squadra della lega in termini di record (14-48), sbanca il Pepsi Center, dove Denver (41-20) ha perso solo altre sette volte in stagione. Prima doppia doppia in maglia Warriors per un ottimo Andrew Wiggins (22 punti e dieci rimbalzi), che tira con 9/16 dal campo. Sotto anche di -15, i Guerrieri della Baia non mollano e dal 77-65 del terzo quarto capovolgono il match con un incredibile parziale di 43-15 e un Erik Paschall che realizza nove dei suoi 22 punti nell'ultimo quarto. Con questo scivolone, i Nuggets perdono il secondo posto a Ovest ma le cose che più devono far preoccupare coach Malone sono il crollo offensivo (solo 19 punti nell'ultimo quarto) e una difesa capace di prendere 68 punti nel secondo tempo dall'ultima ruota del carro della lega. Migliori realizzatori per i Nuggets Paul Millsap e Will Burton con 18 punti a testa, mentre Nikola Jokic è limitato a 16 punti e 13 rimbalzi.

SACRAMENTO KINGS-WASHINGTON WIZARDS 133-126
I Kings buttano via un +28 (65-37) nel secondo quarto con un pessimo terzo parziale, chiuso con 19 punti all'attivo e soprattutto con 46 al passivo. Washington riesce quindi a pareggiare appena prima dell'ultimo quarto (95-95) e la gara del Golden 1 Center riparte praticamente dall'inizio. Prevalgono comunque i californiani, che hanno in De'Aaron Fox il loro miglior realizzatore (31 punti). Fantastica la produzione offensiva dei Kings nel primo tempo (chiuso sul 76-49), ma Bradley Beal trascina i Wizards con 12 punti in un mega-parziale di 34-8: sette minuti di fuoco in cui Luke Walton chiama due volte timeout senza riuscire a entrare nella testa dei suoi giocatori e pur di cercare di dare un segnale viene espulso nel terzo quarto. Beal chiuderà con 35 punti e nemmeno i 20 di Rui Hachimura e i 18 di Davis Bertans (tutti da tre) basteranno a Washington (22-38), nona a Est ma staccata quattro gare e mezzo da Orlando. Anche Sacramento (27-34) occupa il primo slot fuori dai playoff con il sorpasso su Portland, ma i Kings hanno più chances di entrare in post-season, anzitutto perché la distanza dall'ottava è minore (tre gare da Memphis), poi perché versano in un ottimo stato di forma (sei successi nelle ultime sette).

CHARLOTTE HORNETS-SAN ANTONIO SPURS 103-104
C'è Tim Duncan, e non Gregg Popovich (assente per motivi personali), a guidare gli Spurs, che non hanno intenzione di mollare la presa per i playoff e ottengono una vittoria sudata allo Spectrum Center. La leggenda di San Antonio conquista il primo successo da capo-allenatore grazie ai 21, numero a lui caro, di Dejounte Murray, che chiude con un ottimo 9/14 dal campo. Sotto di 17 al termine del primo quarto, i neroargento (con Marco Belinelli fuori dalle rotazioni) sono bravi a rimettere le cose a posto nel corso della gara per poi approcciare l'ultima frazione sul +1 (77-76). Gap aumentato a sei lunghezze dopo tre liberi di Bryn Forbes, prima della rimonta di Charlotte, che a 42” dalla sirena torna a -1 grazie a Terry Rozier (20 punti, topscorer degli Hornets). Ma il punteggio non cambia più, e in classifica gli Spurs (26-34) sono 11esimi in Western Conference, stessa posizione degli Hornets (21-40) a Est.

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