La Coppa Italia 2020 va alla Reyer Venezia, la prima nella storia dei lagunari. A Pesaro finisce 73-67 la finale contro Brindisi, all'inseguimento per tutta la partita e incapace di portare a compimento la rimonta dopo la partenza sprint degli orogranata, guidati da Stefano Tonut (13 i suoi punti a fine partita). Decisivo Mitchell Watt (17 punti e 10 rimbalzi per lui), alla Happy Casa non bastano i 27 di Adrian Banks, top scorer di serata.
La Coppa Italia sbarca in Laguna, completando il percorso di grande crescita della Reyer: ai due titoli di campione d'Italia del 2017 e 2019 si aggiunge quindi la coccarda, che lancia definitivamente gli orogranata nell'Olimpo delle migliori squadre italiane degli ultimi anni. La finale contro Brindisi sembra facile, ma si complica strada facendo: alla fine i ragazzi di coach De Raffaele resistono al ritorno di una Happy Casa a sua volta a cacca della prima Coppa Italia della sua storia e che invece raccoglie una nuova delusione, dopo la finale persa un anno fa contro Cremona.
Inizio di partita contratto per entrambe le squadre, forse condizionate dall'altissima posta in palio e dalla prospettiva di arricchire la bacheca con un trofeo che ancora manca a entrambe. E così bisogna attendere addirittura tre minuti per vedere il primo canestro: a rompere gli indugi è Tonut, con una vera e propria magia (penetrazione, palla dietro la schiena e poi nel cesto). Dopo essersi sbloccata, Venezia non si ferma più: De Nicolao e lo stesso Tonut iniziano a macinare punti anche dall'arco, ma soprattutto è Brindisi che sbaglia l'impossibile. Così il quarto finisce con un eloquente 18-8, e la firma di Tonut che sulla sirena realizza una nuova tripla che rende la partita della Reyer già tranquilla. Il secondo quarto non sembra inizialmente cambiare la storia della partita: Bramos in contropiede firma il +13 con un gioco da tre punti, poi Chappell porta i lagunari sul 26-12 e quindi su un +14 che sembra ampiamente tranquillizzante. Brindisi invece si risveglia sul più bello e trova un parziale di 22-3, guidato da Thompson e soprattutto da un Adrian Banks finalmente ispirato: improvvisamente la partita diventa apertissima, con Venezia che va al riposo con 4 punticini di vantaggio sul 34-30.
A inizio secondo tempo Watt e Martin dall'arco portano la Happy Casa addirittura a -3, ma è proprio in questo momento che Bramos, Daye e soprattutto Watt capiscono che serve un cambio di marcia. Venezia si riporta quindi sul +10 di fatto evitando che la finale sfugga dalle mani all'Umana, che poi subisce cinque punti di fila di Sutton e di nuovo reagisce grazie a Bramos. Ma Brindisi è tutt'altro che sconfitta: Thompson da tre e poi Watt con un semigancio a segno confezionano il nuovo -6, facendo capire a Venezia che la coppa è ancora tutta da conquistare. Anche perché a inizio quarto parziale Gaspardo trova subito la tripla del -4, rendendo il finale tutt'altro che scontato. Venezia trema, scappa di nuovo con Daye e si fa di nuovo rimontare. Ma i pugliesi non riescono mai a portarsi a meno di 4 punti di distanza dagli avversari, anche quando Chappell trova il 61-65 con una schiacciata che a poco più di un minuto dal termine potrebbe riaprire tutto. La bomba di Daye mette però la vittoria e la coppa in cassaforte per Venezia, che alla fine può festeggiare e arricchire ulteriormente la propria bacheca in questo ciclo che per la società sta diventando davvero florido.
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