L'EVENTO

Osservatorio Valore Sport: un’occasione di rilancio per il settore sportivo

Il Forum è stato l’occasione per presentare analisi e approfondimenti sull’impatto dello sport per il Paese e alcune proposte di policy

 

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Osservatorio Valore Sport: un’occasione di rilancio per il settore sportivo - foto 1
© ufficio-stampa

Si è appena conclusa la prima edizione del Forum “Osservatorio Valore Sport” organizzata da The European House-Ambrosetti presso la Sala Autorità dello Stadio Olimpico di Roma. Oltre 40 relatori di primo livello hanno partecipato a diversi tavoli di discussione. Oltre al Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti Valerio De Molli, il quale ha presentato la ricerca e le proposte per rilanciare il settore sport, vi hanno preso parte anche le più alte cariche istituzionali sportive:
il Presidente CONI Giovanni Malagò, il Presidente di Sport e Salute Vito Cozzoli, il Presidente dell’Istituto Credito Sportivo Antonella Baldino e il Presidente del CIP Luca Pancalli. Notevole la rappresentanza dell’attuale governo con la presenza dei seguenti sottosegretari: Marcello Gemmato (Ministero della Salute), Paola Frassinetti(Ministero dell’Istruzione e del Merito), Tullio Ferrante (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

I temi trattati    
Numerosi gli argomenti discussi. Partendo dall’analisi della pratica sportiva in Italia, l’Osservatorio ha voluto analizzare il fenomeno della sedentarietà e il suo impatto sulla salute e il benessere individuale e collettivo, l’impatto economico e occupazionale della filiera estesa dello sport e lo stato di accessibilità infrastrutturale ed economica allo sport lungo tutto il territorio italiano.

Gli approfondimenti dell’Osservatorio sono partiti da un paradosso tutto italiano.

Il 2021 è stato l’anno record dello sport agonistico italiano: l’Italia si è posizionata come 2° Paese al mondo dopo gli Stati Uniti e prima della Cina per numero di podi in competizioni sportive ufficiali sia considerando le Olimpiadi (record assoluto di medaglie a Tokyo), sia i campionati mondiali e continentali, raggiungendo 283 podi e generando grande entusiasmo, consenso e unità tra i cittadini italiani.

A fronte dell’elevata attenzione mediatica che le vittorie degli atleti azzurri continuano a produrre e della passione con cui gli italiani seguono lo sport agonistico e olimpionico, sarebbe lecito aspettarsi anche un’elevata pratica sportiva quotidiana da parte della popolazione. Dai dati disponibili emerge, invece, come lo sport in Italia venga maggiormente guardato piuttosto che praticato.

Secondo il censimento dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), l’Italia si posiziona come il 4° Paese OCSE più sedentario tra gli adulti (44,8% della popolazione non raggiunge le linee guide di attività fisica raccomandata dall’OMS) e 1° tra i bambini (94,5% del totale non raggiunge i livelli raccomandati).

Nello specifico, a incidere sulla diffusione della pratica sportiva in Italia anche le diverse caratteristiche sociodemografiche: i più sedentari risultano i residenti del Mezzogiorno (+23,7 p.p. rispetto al Nord), le donne (+4,6 p.p. rispetto agli uomini), coloro che appartengono alla fascia economica meno abbiente(+17,2 p.p. rispetto al quintile di reddito più ricco), coloro che possiedono un titolo di licenza elementare o nessun titolo di studio (+34,4 p.p. rispetto ai laureati) e gli over 65 (+30,2 p.p. rispetto alla fascia 6-24 anni). Sedentarietà che, a sua volta, determina un imponente costo sanitario a causa delle patologie provocate (su tutte, le malattie cardiovascolari e il diabete), stimato dalle analisi dell’Osservatorio a 3,8 miliardi di euro annui.

A livello economico, la spesa dedicata allo sport è stata oggetto di analisi: l’Italia è il sedicesimo Paese in UE-27 per spesa pubblica dedicata allo sport per abitante, con un valore di 73,6 Euro pro capite, il 38% in meno rispetto alla media UE-27. Infine, lo sport attiva una molteplicità di filiere industriali e di servizi, producendo un valore aggiunto (ovvero il contributo al PIL) di 24,5 miliardi di Euro (1,4% del PIL nazionale) e occupando 420.000 persone.

Le analisi dell’Osservatorio si sono inoltre focalizzate sulla dimensione dell’accessibilità, intesa sia come infrastrutturale che come economica. Le condizioni delle infrastrutture sportive nazionali non risultano allineati a quelli degli altri principali Paesi europei e adeguati a favorire una diffusione della pratica sportiva nella popolazione. Basti pensare che il Paese si posiziona terz’ultimo in Unione Europa per incidenza degli investimenti dedicati allo sport sul totale della spesa pubblica. Ne consegue un patrimonio infrastrutturale obsoleto, con il 60% degli impianti sportivi costruito più di 40 anni fa, e con una dotazione largamente inferiore ai Paesi benchmark europei (131 impianti ogni 100mila abitanti, rispetto ai 250 impianti della media dei principali Paesi europei e i quasi 600 della Finlandia, il Paese, non a caso, che ha anche il dato migliore di quota di popolazione attiva).La condizione non migliora guardando alle scuole, dove 6 edifici scolastici su 10 in Italia non sono dotati di una palestra, generando un enorme gap di accessibilità alla pratica sportiva per i bambini.

Le proposte di rilancio del Settore Sport 
L’Osservatorio Valore Sport, analizzate le principali problematiche, ha di conseguenza elaborato sei macro-proposte di policy:

Definizione di una Visione di lungo periodo “2050 – Italia in Movimento”con una roadmap di obiettivi condivisi da declinare con il principio guida di Sport in all policies;

Incremento degli investimenti destinati agli impianti sportivi, al loro efficientamento e all’innovazione nel settore;

Dotazione di sistemi di rilevazione e monitoraggio delle (multi)dimensioni della pratica sportiva e del settore allargato;

Incentivazione dell’offerta e domanda di sport attraverso la leva fiscale e la semplificazione degli iter burocratici;

Promozione di uno stile di vita attivo nelle scuole e nei luoghi di lavoro;

Attivazione di una strategia di formazione, sensibilizzazione e comunicazione multilivello sui benefici dello sport.

Per ognuno di questi sei macro-ambiti di policy nel rapporto realizzato dall’Osservatorio seguono una serie di raccomandazioni di azione concrete, supportate dai motivi per cui è necessario attenzionare il tema in oggetto, da alcuni benchmark nazionali e internazionali e, dove possibile, da una stima degli impatti attesi derivanti dall’implementazione delle azioni proposte.

Dall’analisi emerge con chiarezza infatti come lo sport sia in grado di produrre ricadute significative in varie dimensioni del sistema-Paese(economiche, sanitarie, sociali) e come dunque sia necessario un intervento sistemico e strategico che coinvolga insieme tutti gli stakeholder, istituzionali e non, per costruire una visione olistica.

Dichiarazione Valerio De Molli: “La visione dell’Osservatorio Sport al 2050 è certamente molto ambiziosa, ma riteniamo che con politiche mirate, da realizzare anche coinvolgendo tutti i vari Ministeri che governano aspetti impattati direttamente o indirettamente dallo sport, sia possibile dimezzare il fenomeno della sedentarietà nei prossimi 30 anni. Così facendo, abbiamo stimato che il Paese beneficerebbe di un risparmio cumulato di spesa sanitaria nel periodo 2022-2050 di 32,5 miliardi di Euro grazie alla prevenzione di patologie e al guadagno di salute per la popolazione e di una crescita cumulata del PIL di 134 miliardi di Euro grazie al rilancio della filiera sportiva".
 

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