Libri: La ragazza che parlava italiano

Dai Mondiali di calcio del 1978 un romanzo a metà tra il thriller e la storia d'amore sulle strade dell'Argentina

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Il punto di partenza è il Mondiale di calcio del 1978 in Argentina: più precisamente la sala stampa della sede di Cordoba. Da lì comincia il viaggio, ideale prima e reale poi, che Gino Franchetti immagina per il protagonista del suo nuovo libro, un romanzo che s'intitola “La ragazza che parlava italiano”. Da un giornalista è facile aspettarsi una storia che tratti di giornalisti: e infatti qui lo spirito del giornalismo è sempre presente, sia nei ricordi del passato sia nell'avventura che da quelli trae il suo motivo.

C'è la curiosità, c'è l'attenzione ai particolari, la partecipazione emozionale che non cancella la lucidità necessaria a mettere a fuoco gli eventi e il loro signficato. C'è anche l'osservazione del “contorno”, cioè l'ambiente o gli ambienti (da Cordoba si passa a Buenos Aires, vista nel passato e nel presente) in cui la vicenda si svolge e, perché no?, la frequentazione di ristoranti più o meno famosi, perché i giornalisti in genere, quando ne hanno il tempo, mostrano spesso di essere delle… buone forchette.

Ma il nucleo del romanzo è ovviamente un altro. E' la ricerca di una donna che il protagonista ha conosciuto ragazza e alla quale teme di aver provocato grossi problemi dopo il suo ritorno in Italia, a causa dello spietato controllo della dittatura militare argentina. La “ragazza che parlava italiano”, hostess e interprete alla sala stampa di Cordoba, non si trova più, non ce n'è traccia, come se non fosse mai esistita. Nella ricerca, sempre più disperata, il racconto si avvicina al thriller, pur lasciando spazio all'inevitabile avventuretta, non d'amore ma di malinconica tenerezza, che non finirà del tutto quando il mistero che alimenta il racconto troverà la sua spiegazione.

Gino Franchetti (Milano, 1943) ha lavorato alla Gazzetta dello Sport (in due periodi, redattore, capo servizio calcio, caporedattore, inviato), a Stadio (capo servizio e inviato speciale), al Giorno (da redattore a vice capo redattore), all'Inter (responsabile relazioni esterne e attività editoriale e direttore del mensile del club), per chiudere collaborando come inviato al Corriere della Sera. Ha pubblicato due libri di poesie (“Cadenze mute” nel 1969 e “Le Muse d'autunno” nel 2013), il romanzo per la scuola media “Senza paura”, le biografie di Hateley, Kakà, Liedholm e Ibrahimovic, i due volumi della Storia del Milan con Cerruti e Costa e il romanzo “Il calciatore stanco”. E' stato vicepresidente dei giornalisti sportivi in Lombardia e a livello nazionale.

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