Inaugurato il salone di Genova

Nautica, un settore in salute al giro di boa

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Inno nazionale e rito dell'alzabandiera. Così si è aperta la 56esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova. «Mi auguro che questo sia il Salone del giro di boa rispetto agli anni precedenti o, per dirla al nostro modo, un bordo di regata con un vento nuovo che porti quelle imprese lontano e l'occupazione a crescere, in grado di contrastare particolarmente negativi soprattutto per il comparto industriale», ha sottolineato il governatore della Liguria, Giovanni Toti. «Da questo caposaldo dobbiamo partire per fare squadra e rilanciare il nostro Paese. I numeri ci dicono che questo potrebbe essere un Salone della svolta e di ripresa di questo settore dopo molti anni difficili. Vorrei - ha proseguito Toti - che tutti si rimboccassero le maniche, si mettessero una mano sulla coscienza e pensassero che in queste imprese lavora una parte importante del nostro Paese: sono imprese che fanno tecnologia, che fanno ricerca, che fanno design, che fanno l'immagine dell'Italia». All'inaugurazione ha preso parte anche il ministro degli Affari regionali, Enrico Costa, che ha voluto indicare, è il caso di dirlo, la rotta da seguire: «Un settore come la nautica, che si è trovato in difficoltà, ha saputo rialzarsi da solo. Adesso lo Stato deve fare la sua parte cancellando le troppe leggi che la appesantiscono, non reintroducendone di nuove». La folla di visitatori e il numero degli espositori presenti in questa edizione testimoniano le buone condizioni di salute del comparto nautico dopo la grave crisi degli ultimi anni. La conferma arriva anche dai numeri. «Il fatturato - ha ricordato Massimo Perotti, presidente emerito di Ucina Confindustria Nautica - è salito nel 2015 a 2,9 miliardi (+17,1% sul 2014). L'Italia è prima al mondo in termini di export delle unità da diporto entrobordo con una quota del 23,7%, davanti a Paesi Bassi (19,6%) e Germania (15,9%). Riparte il mercato della nautica e questo significa la ripresa del mercato interno». Numeri che lasciano bene sperare per il futuro ma senza dimenticare da dove si è partiti: «nel 2008, prima dell'inizio della crisi, il fatturato ammontava a 6,2 miliardi di euro, di cui il 47% rappresentato dal consumo interno, sceso ora a 350 milioni, il 7-8% di quello che era». Non sono mancati, quindi, gli appelli alle istituzioni. Perotti ha ricordato, in particolare, i ritardi nell'attuazione delega al governo per la riforma del codice della nautica da diporto, ferma dal 2012, e la realizzazione del registro telematico delle imbarcazioni, come avviene con il Pra per le auto. Due misure ritenute indispensabili per rivitalizzare il settore. «Nella nautica - ha spiegato - l'Italia è il secondo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti. Abbiamo bisogno di una vetrina importante. Questo Salone ha sostenuto la nautica e ha bisogno di un grande riconoscimento».