Caso Lochte, gli Usa si scusano

Possibili sanzioni dopo la vicenda della falsa rapina. Il nuotatore: "Io responsabile, lezione imparata"

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Scuse dovevano essere e scuse sono state. Il brutto episodio che a Rio ha visti coinvolti Ryan Lochte e altri tre nuotatori americani si sta avviando alla conclusione pacifica. Il Comitato olimpico degli Usa si è scusato "con i nostri ospiti a Rio e con il popolo brasiliano" per la vicenda della falsa rapina in una stazione di servizio a opera di finti poliziotti per coprire i danni causati alla struttura dagli stessi atleti statunitensi.

Il presidente Scott Blackmun ha definito "inaccettabile" il comportamento dei nuotatori, ricordando che "non rappresenta i valori del team statunitense e la condotta della maggior parte dei suoi membri". "Rivedremo la questione - ha aggiunto - quando torneremo a casa e valuteremo eventuali conseguenze per gli atleti" coinvolti. Intanto, uno di loro, Jimmy Feigen, pagherà 11mila dollari a un ente di beneficenza come "risarcimento" per quanto accaduto.

Nel frattempo, i suoi compagni Gunnar Bentz e Jack Conger sono giunti a Miami con un volo proveniente da Rio de Janeiro dopo esser stati trattenuti per quattro ore in un commissariato. Lochte si trova già negli Stati Uniti, mentre Feigen, è rimasto in Brasile in attesa del rilascio del passaporto.

"Mi scuso per il mio comportamento di questi giorni: avrei dovuto essere piu' cauto e trasparente nella ricostruzione dei fatti". Dopo quelle del comiunato olimpico Usa, sono arrivate anche le scuse di Ryan Lochte. Il campione americano, con un lungo messaggio su Instagram, si è rivolto a compagni, avversari, Brasile, ma anche agli sponsor: "Comunque sia andata, avrei dovuto essere più responsabile. Diciamo che ho imparato la lezione".

Ecco il messaggio completo:

"Mi voglio scusare per il mio comportamento dell'ultimo fine settimana. Per non essere stato piu' attento e trasparente nella ricostruzione di quanto e' accaduto quella mattina presto, e per il mio ruolo nel distogliere l'attenzione da tanti atleti che inseguono il loro sogno olimpico. Ho atteso a condividere questi miei pensieri che la situazione legale fosse consolidata e che fosse chiaro che i miei compagni sarebbero tornati a casa. E' traumatico trovarsi in un paese straniero con i tuoi amici, con l'ostacolo della lingua, e trovarsi di fronte uno straniero che ti punta l'arma e ti chiede soldi per lasciarti andare: ma a prescindere dal comportamento di chiunque, avrei dovuto essere molto più responsabile nella mia condotta e per questo mi scuso con i miei compagni di squadra, i miei tifosi, i miei rivali, i miei sponsor e chi ospita questo grande evento: sono molto orgoglioso di rappresentare il mio paese alle Olimpiadi, e quella era una situazione che poteva e doveva essere evitata. Per questo mi prendo la responsabilità per il ruolo che ho ricoperto, ho imparato diverse lezioni importanti. Sono grato ai compagni della nazionale di nuoto, al comitato olimpico statunitense, e ho apprezzato gli sforzi del Cio, del comitato Rio 2016 e di tutto il Brasile che ci ha accolti e ha lavorato sodo per garantire un evento a futura memoria. Già troppe parole sono state spese, e troppe risorse, sui fatti degli ultimi giorni: ora spero che impiegheremo il nostro tempo a celebrare le grandi storie e prestazioni di questi Giochi".

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