Rugby, gli inglesi: "Basta Italia al Sei Nazioni"

Domenica si gioca Inghilterra-Italia, e il ct inglese (non solo lui) dice: "Solo così gli azzurri potranno crescere"

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Sarà una calda domenica a Twickenham per l'Italrugby, che dopo le due scoppole prese all'Olimpico da Galles e Irlanda deve ora affrontare un'Inghilterra in forma smagliante. Come se la tensione non fosse già alta, la stampa inglese torna a pestare sul solito tasto, l'adeguatezza degli Azzurri a far parte del Sei Nazioni.

Al partito dei 'falchi' si iscrive anche Sir Clive Woodward, ct dell'Inghilterra campione del mondo 2003, secondo il quale solo l'esclusione dalla competizione potrà aiutare l'Italrugby a crescere. Non molto più benevolo è l'ex ct azzurro Nick Mallett, secondo il quale "un'Italia in queste condizioni 'distorce' la competizione".

In un articolo sul Daily Mail, l'autorevole Woodward attribuisce alla certezza del posto tra l'elite l'origine dei mancati progressi dell'Italia. "Non è colpa degli Azzurri , ma (questa formula) sta arrecando un immenso danno e ha contribuito al declino - scrive Woodward -. L'Italia negli anni ha smarrito la fame e l'ambizione che l'avevano a lungo guidata, sperperando una tradizione che risale a giocatori come Massimo Giovanelli, i fratelli Cuttitta, Carlo Checchinato, e la meravigliosa apertura Diego Dominguez".
Il tecnico ritiene poi che al ct Conor O'Shea sono state affidate troppe responsabilità quale coordinatore dell'intero movimento azzurro e suggerisce per il futuro una formula di play-off tra l'ultima classificata dal Torneo e la vincitrice del Rugby Europe International Championships, quasi sempre la Georgia. La proposta, che esclude la cruda sostituzione degli Azzurri con i georgiani, è la stessa che verrà sottoposta dal presidente di Rugby Europe, Octavian Morariu, al Board del Sei Nazioni nella riunione di Parigi del 9 marzo prossimo.

A sostenerla è anche un ex ct azzurro, il sudafricano Nick Mallett, che in un'intervista alla Bbc si dice favorevole ad un torneo 'aperto'. "Non è solo questione dell'Italia, che però in queste condizioni 'distorce' un po' la competizione - spiega Mallett -. Anche la Scozia un tempo era davvero debole. Per questo non credo che sia un bene per il rugby avere tornei chiusi". Mallett, che guidò gli Azzurri dal 2007 al 2011, ritiene che "uscire da tale incarico con la reputazione intatta la più grande sfida nel mondo del rugby". Infine, un consiglio per domenica agli Azzurri: "Vincere è impossibile. Cercare almeno di uscirne con dignità".

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