Il giovane Maverick ha vinto. Era scontato, ma il percorso verso il podio alto è stato meno semplice del previsto. Abbiamo osservato una gara fuori media, con ragazzi che hanno buttato via l'occasione della vita, vedi Zarco, o bruciato il momento utile per il rilancio, come Iannone. Davanti,alla fine, sono rimasti in tre. Lassù è arrivato il talento più fresco. Ma Dovizioso e Rossi hanno regalato numeri buoni per tenere alta la tensione fino agli sgoccioli.
La Ducati tutta tricolore ha mollato solo negli ultimi chilometri, reggendo alla grande il corpo a corpo con Viñales. Rossi aveva compreso una manciata di secondi prima di aver spremuto l'impossibile da se stesso e dalla moto. Partito dalla piazza dieci, Valentino ha messo assieme una prestazione spaventosa, sufficiente a chiarire il concetto a quella parte della critica che lo considera ormai alla frutta. A 38 anni, con un carico di dubbi trasportati sulla griglia di partenza, Rossi si ritrova ancora a guardare il mondo dall'alto.
Il gradino sarà anche il meno nobile, ma i colleghi che di recente gli hanno complicato la vita hanno fatto decisamente di peggio, anonimi, confusi e infelici.
MotoGP: il giovane Maverick talento cristallino, ma Rossi è infinito
Un Dovizioso così può far sognare la Ducati tricolore
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