La vittoria di Marquez in Germania? Si sapeva da mesi...

Marc imbattibile: decide di vincere e vince

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Marquez non si batte. Che avrebbe vinto oggi si sapeva da mesi, troppo speciale il feeling del 93 su questo asfalto, ma la sensazione è che abbia ormai uno strapotere che ha imparato sapientemente a gestire. Se non fa errori, se non cade, Marquez non si batte. Punto. Se vuole vincere, vince. Dato oggettivo che rischia di togliere attenzione da un film sportivo (e non solo) che ha dell'incredibile, quello autografato Valento Rossi, che dopo 20 anni è ancora il primo dietro al marziano.

Marquez accarezza la gomma nella prima parte di gara, finge di doversi addirittura impegnare, passa, prende e se ne va. È una fuga noiosa - in gara e in classifica - che trasforma la domenica in due categorie piazzate sulla stessa pista. Ben intesi, non ha colpe, piuttosto solo meriti su meriti, ma il risultato è una sensazione di imbattibilità che toglie pathos (per la vittoria) a uno sport fatto di pathos. Ci provano dietro, con delle sane sportellate - quelle sì molto divertenti - ma se lo scopo del gioco è arrivare uno, lo scopo del gioco si fa insipido come non mai. E se lo stato della Honda lo da Pedrosa, si comprende bene l'entità del campione del mondo. Ben per lui. Meno per chi cerca di batterlo o per chi si gode lo show dietro ai popcorn.

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