Bronzetti, da Raducioiu ai Palloni d'Oro

Quanti trasferimenti importanti per l'intermediario

  • A
  • A
  • A

Quando ci si sveglia la mattina con certe notizie subentra un senso di disagio e quasi di rassegnazione. Se viene a mancare una persona che ha scandito trent'anni di professione, il “dopo” non può più essere lo stesso. Il nome di Ernesto Bronzetti per il grande pubblico potrebbe essere secondario rispetto ai grandi nomi che hanno scritto la storia recente, ma per il piccolo grande mondo del calciomercato è stato un punto di riferimento. I dirigenti se lo tenevano stretto perché sapevano che qualunque trattativa, anche la più inverosimile, nelle sue mani poteva trasformarsi in una missione possibile.

Era il lasciapassare che poteva consentire a qualunque operatore di saltare una fila di mesi per accedere alla scrivania dorata di Florentino Perez. Ma era anche un uomo che sapeva riconoscere lo sforzo di chi trascorre ore e ore alla caccia di una notizia. Per molti giornalisti di mercato era un totem da venerare, il numero di telefono da comporre nel momento della semidisperazione. La sua risposta non era sempre un titolo, ma spesso evitava un inciampo pericoloso. Mai data una “storta”, come si dice in gergo, almeno a quelli con cui era riuscito a costruire un rapporto negli anni.

Partito da Terni, ha fatto la sua irruzione nel mondo del calcio prima da osservatore e poi da direttore sportivo, una lunga militanza nella complicata serie C degli anni '80 con qualche inciampo nelle reti della giustizia sportiva, il tutto regolarmente pagato in prima persona. All'inizio degli anni '90 la grande svolta e la scoperta della nuova vocazione, quella dell'intermediazione tra Italia e Spagna. Tutto nacque con Florin Raducioiu e con un blitz nella sede del Milan: convinto Ariedo Braida attraverso la sua sapiente arte drammatica, portò l'attaccante romeno all'Espanyol prima di iniziare un'escalation che sembrava non potesse avere fine. In breve tempo era il migliore amico di Jesus Gil, faraonico presidente dell'Atletico Madrid. Poi il libero accesso alla Casa Blanca, nella persona del quasi onnipotente presidente Florentino Perez.

In una ventina d'anni, Bronzetti ha partecipato al trasferimento di molti palloni d'oro: Kakà, Cannavaro, Ronaldinho, Ronaldo, Figo, Rivaldo, Zidane e Stoichkov. Eppure per gli amici veri aveva sempre un'attenzione in più, era capace di nascondersi nella toilette di un albergo per mandare un messaggio decisivo per il destino di una trattativa o di un titolo di giornale, avrebbe utilizzato qualsiasi mezzo lecito per portare a termine una missione. Una delle ultime è finita nella maniera sbagliata, ma Ernestone lo sapeva dall'inizio: non è riuscito a convincere Carlo Ancelotti ad accettare il clamoroso e romantico ritorno al Milan nell'estate scorsa.

Poi si è buttato anima e cuore nell'ultima vera mission impossible, quella di provare a sconfiggere un male che lo stava divorando da tempo. Ma in certi momenti non basta essere il numero uno dei negoziatori.