Ecco perché Kalinic ha stregato Inter e Milan

Segna poco ma gioca per la squadra. Ed è un attaccante che ti fa giocare bene...

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Come si fa a passare da due bomber come Carlos Bacca e Mauro Icardi a Nikola Kalinic? Inter e Milan ci stanno pensando, si sfidano a distanza per l'attaccante della Fiorentina e, percorrendo strade diverse, sembrano avere tutta l'intenzione di arrivare allo stesso punto. Già, perché dietro all'inserimento nerazzurro per il croato c'è forse qualcosa di più ampio di una semplice azione di disturbo ai cugini rossoneri e, addirittura, potrebbe essere l'anticamera di una rivoluzione. Ma andiamo con ordine e spieghiamo innanzitutto cosa porta le milanesi a sfidarsi per il viola.

Innanzitutto va precisato che la linea di partenza è estremamente diversa. Il Milan cerca Kalinic perché ha bisogno di un centravanti vero. Ha acquistato André Silva, giocatore tecnico e talentuoso ma con caratteristiche più da seconda punta che da uomo d'area di rigore, e ha da tempo deciso di chiudere l'era Bacca. Quindi il croato è alternativo solo al colombiano ed è pensato come spalla di André Silva. Montella ha indicato Kalinic perché ne conosce a fondo le caratteristiche e vuole un attaccante in grado di giocare con la squadra e aiutare la squadra a giocare.

Questo è l'unico punto di contatto con l'Inter che, a differenza del Milan, un centravanti ce l'ha già e gli ha pure consegnato la fascia di capitano. La domanda, quindi, è naturale: Kalinic sarebbe la riserva di Icardi? In linea di massima sì, ma conoscendo Spalletti la risposta non è così scontata anche se va detto che il tecnico ha chiarito: "Davanti abbiamo Icardi, vi prego: non mettiamo in dubbio anche le nostre certezze". 

Alla Roma però il tecnico toscano non solo ha avuto il coraggio di rompere con il passato "pensionando" Francesco Totti, ma ha rilanciato Dzeko affidandogli tutto il peso della manovra offensiva. E in qualche modo, sia pure con una mobilità decisamente inferiore, il gioco del bosniaco ricorda abbastanza quello di Kalinic. Entrambi sono forti fisicamente e reggono l'urto dei difensori avversari, entrambi amano giocare quasi da soli lì davanti ed entrambi, soprattutto, sono bravi a uscire cercando il dialogo con i compagni e favorendone gli inserimenti.

La risposta alla prima domanda - come si passa da Bacca e Icardi a Kalinic - è in fondo tutta qui: Kalinic, a differenza del colombiano e dell'argentino, ha tutte le fasi del gioco d'attacco. E' una punta che segna meno dei primi due (in carriera non è mai andato oltre i 15 gol a stagione e in Italia ha una media di un gol ogni 2.5 partite) ma sa venire incontro ai compagni contribuendo alla manovra offensiva, sa andare negli spazi in profondità e sa colpire di testa come di piede. E' il classico attaccante moderno, meno bomber ma più completo.

E' logico, quindi, al di là del costo non eccessivo dell'operazione (una trentina di milioni) che sia Milan che Inter stiano pensando seriamente a lui. I primi perché cercano un giocatore che sia l'opposto di Bacca (che in quanto a partecipazione al gioco siamo prossimi allo zero). I secondi perché, in quella che potrebbe essere l'idea di Spalletti, vogliono un "clone" di Dzeko, caratteristica che Icardi non ha. Più nello specifico, poi, è evidente che per il Milan si tratti di una necessità e per l'Inter quasi di uno sfizio. Ma tentare, come si dice, non nuoce. A meno che la Fiorentina non mangi la foglia e prenda a godersi un'asta inattesa ma, con ogni probabilità, molto fruttuosa.

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