Antipatico, ma (quasi) ovvio. Nel giorno del castigo -Bonucci varca la soglia della tribuna allo Estadio Do Dragao- l'orizzonte del mercato estivo ci porta alle ipotesi estreme. A fine stagione, chi lascia? Max Allegri o Leo Bonucci? Non è necessario farne un dramma sportivo (non lo è), e nemmeno scartare l'idea che tutto si aggiusti al meglio (improbabile, non impossibile). Però la parte emergente del "caso" è capire -appunto- cosa decideranno di fare i contendenti e -soprattutto- Andrea Agnelli e Beppe Marotta.
Prendiamo Bonucci. Ha quasi 30 anni, un contratto-Juve lungo fino al 2021, delle retrovie bianconere (non solo di quelle) è il leader e alle spalle vanta un'estate 2016 piena di lusinghe da parte di Conte e del Chelsea. Valutazione di 40 milioni di euro, anche più. Le volontà sua e del club bianconero coincidono: fino a prova contraria. Questa, del dissidio con Allegri, potrebbe esserlo, ma è meglio considerarlo un indizio. E la resa dei conti non è obbligatorio che induca al divorzio.
Ragionando sul domani-Juve, sappiamo come la dirigenza abbia la vista lunga e sempre illuminata: da Pirlo-Tevez-Vidal sacrificati nel 2015 a Pogba ceduto nel 2016, il prodotto-Juve non è mai cambiato. Sempre vincente. Dunque, si potrebbe fare senza Bonucci, con Rugani da lanciare in pianta stabile e Caldara che può arrivare in anticipo, rispetto al patto 2018, aggiungendo al bilancio-Juve quei 40 (anche più) milioni di ricavo. Ma con Chiellini e Barzagli quasi ai limiti anagrafici, crediamo non sia il caso di smantellare il blocco. Opinione.
Prendiamo Allegri. Il suo inverno -sulla linea del mercato- è pieno di intrusioni inglesi, la voglia dell'Arsenal di aprire il dopo-Wenger con il tecnico bianconero. Lui, dalla Juve, ha cavato (quasi) il meglio, (quasi) il massimo. Avesse vinto la Champions, due anni fa, magari avrebbe optato per il teorema-Mourinho: vinco e lascio. La stagione in corso, rischia di regalargli l'apoteosi del Triplete: ma nella storia del calcio italiano, è toccata solo a un club (Inter) e a un tecnico (Mourinho). Vorrà pur dire...
Dunque, meglio ragionare a prescindere dalla quantità dei successi di stagione e dai "casi" emersi negli ultimi due mesi, sempre palesi e quasi sempre in diretta tivu. Comunque vada, l'opzione-Allegri che lasci la Juve dopo tre anni di fatiche è l'opzione più probabile, rispetto all'addio di Bonucci. Più semplice da gestire, per la dirigenza. E da catalogare nella ricerca di un posto di lavoro, per Max: non gli manca -appunto- la formidabile sponda inglese. Tantopiù con quei 36 mesi a Casa-Juve e -in generale- sulle bollenti panchine del calcio italiano d'elite, dove la permanenza di lungo corso ha esaurito i suoi effetti -crediamo- con le otto stagioni di Ancelotti al Milan fra il 2001 e il 2009.
Allegri, un'estate sulle sponde del calcio inglese
Il caso-Bonucci apre le porte del mercato 2017. Tre stagioni, come Antonio Conte
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