Un anno fa, era il 23 settembre 2016, per Gabigol all'Inter si era scomodato mezzo mondo: sontuosa cerimonia di presentazione, parole che già allora erano sembrate troppe, attese da non dire su questo fenomeno -si diceva- che il Pallone nerazzurro e quello italiano avrebbero ammirato, di lì a poco. C'era De Boer in panchina, poi sarebbe arrivato Vecchi, quindi Pioli, poi ancora Vecchi e oggi c'è Spalletti.
Gabigol anno primo (interista) sappiamo com'è andato. Un inquietante status di assente dalla platea del calcio giocato, sempre ai margini, con i commenti sovente imbarazzati degli allenatori ("si deve ambientare"), 9 presenze-lampo, un gol a questo punto storico come firma dell'1-0 a Bologna e la necessità, evidente, di cercare per il brasiliano soluzioni alternative. Si è trovata quella col Benfica.
E a Lisbona -niente da eccepire?- hanno accolto Gabigol con foto e titoli che collimano grosso modo con il settembre 2016, visto che si parla di "craque", ovvero un calciatore che è oltre la normalità ovvero verso l'eccellenza. Un anno all'Inter non ha insegnato niente? Bah, la speranza che Gabigol valga i quasi 30 milioni spesi dall'Inter un anno fa, o i 25 milioni promessi dal Benfica in caso di riscatto fra un anno, è una speranza che va coltivata, al di là dei dubbi oggettivi che sussistono.
L'augurio è per lui, Gabigol, che sappia mantenere le promesse di un'estate fa, non poteva essere stato un abbaglio così grande, fermo restando l'abbaglio che per un anno abbiamo visto e commentato con sincero stupore. Oggi è semplicemente una nuova storia. Da scrivere ripartendo da zero.
Gabigol, un anno dopo: a Lisbona è un "craque"
La stagione interista sembra passata senza lasciare traccia per il brasiliano che vive una nuova vita al Benfica
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