La Formula E sbarca in Africa

Le temperature mettono in forse la fine della gara, da non perdere sabato 13 gennaio in diretta su Italia1 dalle 16:30

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Dalle strade di Hong Kong al deserto dell'Africa, i fly case che custodiscono le monoposto Formula E sono atterrati qualche giorno fa in Marocco per preparare il terzo E-Prix di questa stagione. Dieci Team e venti piloti in queste ore stanno prendendo confidenza con Marrakech, non senza un giro in cammello e una cena nel deserto come per i piloti alla guida della Audi e-tron FE04: Daniel Abt ha avuto il tempo delle vacanze di Natale per digerire non tanto il panettone, ma la squalifica della gara vinta a Hong Kong i primi di dicembre.

Lucas Di Grassi, dall'altra parte del box Audi con il titolo di campione del mondo 2017, sembra non gradire il ruolo di seconda guida che dopo la trasferta asiatica sta prendendo forma e metterà in campo tutta l'esperienza per gestire al meglio una pista "vera" come quella di Marrakech. Questa è l'unica occasione del calendario dove la Formula E non corre in centro città, ma tra cordoli veri e propri di un pistone largo, ma con i muri. La preoccupazione della maggior parte dei Team è che gli spazi africani mettano i piloti in condizione di rischiare qualcosa in più.

Se dovessero trovarsi affiancati in punti cruciali delle curve a bottiglia come la numero otto e la numero dieci, sarebbe difficile prevedere manovre pulite. Siamo nel deserto, e l'altro tema che toglie il sonno questa settimana agli strateghi è la temperatura ambiente: dovesse superare i 23 gradi le batterie delle monoposto raggiungerebbero un punto di calore critico, tanto da rendere lo stinto finale un bel problema. Proprio in questo senso, tutti i Team che rimarranno per i test di domenica dopo l'E-Prix avranno modo di provare qualcosa di estremo per le strategie di gestione dell'energia. Qualcosa che, c'è da scommetterlo, vedremo probabilmente in pista già a febbraio.

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