Cittadino per metà: la Formula E fa tappa a Marrakech, in un circuito più unico che raro. Nulla a che vedere con le strade strette e con l'asfalto insidioso di Hong Kong, qui è tutta un'altra musica. Moulay El Hassan vanta le caratteristiche di un circuito tradizionale, con un asfalto liscio che “grippa”, cordoli alti e curve ad ampio raggio. La FIA lo descrive come circuito “semi permanente”, poiché utilizza una parte di circuito vero e proprio.
Non mancano le vie cittadine, come la maestosa Avenue Mohammed VI, utilizzata per il lungo rettilineo dopo curva 10, e la Route d'Ourika, che costeggia le mura dei giardini reali di Agdal, patrimonio dell'UNESCO. È un circuito che piace molto ai piloti, per via della sua natura tecnica e per la varietà di curve, ma soprattutto è bello per chi guarda la gara, visto che le possibilità di sorpasso sono quasi infinite.
Non mancano le insidie, come il “dossetto” a metà di curva uno e quel muro “molto molto vicino” che si trova proprio all'esterno di curva 7. La stagione scorsa abbiamo visto sorpassi di traverso all'esterno, piloti che decollavano sul cordolo altissimo dell'insidiosa chicane e staccate al limite con tre auto appaiate che cercavano di entrare nella stessa curva. Non mi aspetto niente di meno...
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