Ferrari, più ombre che luci

Festa a Daytona, ma dubbi sul futuro

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Bene ma non benissimo. È il bilancio dell'ultimo atto ufficiale della stagione della Ferrari, con le finali mondiali nel tempio di Daytona. Bene è la media tra le vendite record del prodotto e la stagione sotto traccia in Formula 1. Che il brand funzioni lo ha dimostrato la risposta dei clienti americani. 850 macchine griffate con il cavallino hanno sfilato nella parata di sabato sera, senza dimenticare le centinaia di macchine iscritte ai trofei e i proprietari dei gioielli del passato prodotti a Maranello. Buone notizie insomma,, dalla terra che resta la più proficua per il mercato della Ferrari. Lo sottolinea anche l'offerta di 7 milioni di dollari per La Ferrari numero 500 messa all'asta, con ricavato destinato alla ricostruzione delle zone terremotate in centro italia.

Sul fronte agonistico la musica è decisamente diversa. La cartina tornasole della situazione è Maurizio Arrivabene. Il direttore della Gestione Sportiva ha parlato pochissimo e quando lo ha fatto sembrava l'ombra del manager brillante capace di raggiungere la vice presidenza di un colosso come la Philip Morris. Le voci di un suo imminente addio alla Ferrari, a fronte di una notevole liquidazione, vengono ovviamente smentite. Qui entra in campo Sergio Marchionne che dopo aver ridefinito in estate l'assetto organizzativo nutre cieca fiducia nelle capacità del direttore tecnico Mattia Binotto, tant'è che si sbilancia parlando di miglioramenti nella gestione negli ultimi quattro mesi. Allo stesso tempo Marchionne intende dare continuità al progetto, cancellando ogni scenario che vedrebbe al centro Vettel in procinto di passare alla Mercedes. "C'é un contratto in essere con entrambi i piloti", è così che il presidente liquida i rumors delle ultime ore. Vettel segue la stessa lunghezza d'onda com'è ovvio, ma non ha offerto l'impressione di essere sereno nell'approccio al presente e al futuro. Paradossalmente il più in palla della trasferta americana è stato Kimi Raikkonen. L'ex muto di Finlandia ha parlato a lungo, con un tono di voce normale. Probabilmente è consapevole che nel 2016 l'unica nota positiva rispetto all'anno precedente è stato il suo rendimento.

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