Juve-Napoli è già qui: sabato una sfida dal sapore di scudetto

Il lavoro di squadra dei bianconeri contro il genio di Ancelotti e il nuovo Insigne

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Dire che il 29 settembre si giocherà una sfida scudetto è obiettivamente azzardato, ma di certo lo Juve-Napoli in programma tra pochi giorni a Torino profuma tanto di prima partita bivio. L'ultima volta che si sono affrontati bianconeri e azzurri sembrava che la striscia di successi tricolori della Signora fosse arrivata al capolinea e invece, con un colpo di reni degno del migliore sprinter, fu ancora una volta la banda di Allegri a brindare. Adesso ci sono tre punti a separarle, con i "tristellati" davanti e un turno infrasettimanale che non dovrebbe cambiare le distanze visto che le due contendenti ospiteranno Bologna e Parma. Ma che Juve e Napoli si troveranno di fronte alle 18 di sabato?

Da una parte c'è una corazzata che ogni anno che passa si fa sempre più forte e imbattibile. L'arrivo di Cristiano Ronaldo ha fatto fare un ulteriore balzo in avanti sul piano della qualità e della classe pura ai campioni d'Italia, ma, stranamente, non sono i singoli il loro punto di forza. Perché come ha ribadito la partita di Frosinone, ma anche quella precedente di Valencia, è il gruppo la vera arma vincente dei bianconeri. Non è un caso che ogni singolo giocatore sottolinei nei numerosi post social il "teamwork", il "lavoro di squadra" che c'è dietro ogni successo. Insomma, un po' come i moschettieri, "tutti per uno e uno per tutti". Dove quell'uno è diventato indiscutibilmente CR7. Si vede che il portoghese non è ancora perfettamente intergrato nell'ingranaggio juventino, ma la mentalità del vincente, quella sì, corrisponde perfettamente al motto bonipertiano del "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta". Sudore, impegno e sacrificio sono le basi che permettono al talento di risolvere anche i rompicapo più intricati. Certo, per cacciare il Napoli a -6 e mettere una ulteriore ipoteca sull'ottavo scudetto di fila servirà una prestazione un po' più convincente delle ultime.

Perché gli azzurri hanno già dimostrato di essere capaci di fare lo sgambetto ai padroni della Serie A e l'arrivo di Ancelotti in panchina ha reso i partenopei più liberi di esprimersi di quanto non fossero con Sarri, troppo legato agli schemi e alla loro esecuzione maniacale. Il tecnico di Reggiolo ci ha messo poco a trasformare un ingranaggio perfetto e capace di giocare a memoria in qualcosa di magari meno "sfizioso", ma certamente più furbo. Come? Ha adottato un nuovo modulo di gioco, il 4-4-2, e ha trasformato Lorenzo Insigne da voce del coro a leader tecnico. Lo schieramento ha permesso alla squadra di essere più equilibrata in campo e di spremere meno una rosa che non può reggere il confronto con la Juve sulla lunga distanza. E poi c'è lui, lo "scugnizzo", che forse è finalmente diventato uomo. L'essere stato esonerato dalla fase difensiva gli ha permesso di esssere più decisivo sottoporta e sfruttare le sue qualità balistiche. Non a caso è secondo solo alla sorpresa Piatek nella classidfica dei capocannonieri del campionato con quattro reti. Una presa di consapevolezza che ha regalato al Napoli un giocatore guida in una squadra a cui finora mancava proprio un faro, senza bisogno di avere per forza la fascia di capitano sul braccio. Insomma, la "solita" Juve contro un Napoli "nuovo". E tutte le altre staranno a guardare.

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