Samp, vertice tra Zenga e Ferrero

Vertice di un'ora: "Non sto pensando di esonerarlo. Lavori tranquillo. Poi vedremo"

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Lo 0-4 col Vojvodina ha lasciato il segno in casa Sampdoria: dopo il vertice notturno seguente al match, anche oggi Zenga, Ferrero e il ds Osti si sono ritrovati a Bogliasco per riflettere sul ko e parlare di futuro. Il presidente ha detto che vuole un'altra mentalità e la sensazione è che il match di ritorno, quasi ininfluente sulla qualificazione, potrà dire molto sul futuro di Zenga sulla panchina blucerchiata.

Ferrero non ha tentazioni di esonero immediato, ma vuole che il gruppo torni sui binari giusti, e in fretta. Il fatto che i tifosi non abbiano abbandonato la squadra neanche sullo 0-3 potrà aiutare l'ambiente a ripartire, ma il presidente si aspetta determinate risposte già tra una settimana a Novi Sad, nella partita di ritorno.

"Sono deluso - ha detto Ferrero a Primocanale - e c'è poco da commentare. Non abbiamo perso, di più". Il presidente vuole che la squadra cambi marcia: "I giocatori dimostrino che sono campioni, quella di ieri non era la mia Samp". Inevitabile tornare sul discorso mercato, Cassano (già motivo di frizione con Zenga) e Balotelli in primis: "Se servono innesti, li farò. Ma basta fare quei due nomi!".
Sulle prospettive europee: "Non è la prima volta che uan squadra italiana va ko nei preliminari di Coppa. E' anche un problema di calendari. Comunque questo non ci giustifica. Questa non è la mia Samp".

A Bogliasco, il vertice tra Ferrero, Osti e l'avvocato Romei è cominciato poco prima di mezzogiorno. In attesa dell'arrivo di Walter Zenga e in un clima che non prevede temporali.

Le voci di esonero si sono rincorse, ma francamente non aveva senso inseguirle se una sola partita, peraltro disastrosa, vale già una sentenza. Comunque sia, il vertice Ferrero-Zenga c'è stato, e a chiusura del discorso la fiducia al tecnico è stata ribadito, il suo lavoro e le prospettiva. Fra una settimana il ritorno di Europa League, pensare a un miracolo fa sempre bene, ritenere che sia possibile è un po' fuori luogo. Verrebbe da dire: i sette giorni di Zenga. Così non è, ma può essere: dipenda da come giocherà la Samp, da quello che il presidente vedrà da vicino. Zenga resta sulla panchina della Samp, Cassano resta nella camera di attesa e in zona-pensieri su eventuali sostituti dell'Uomo Ragno, registriamo quanto si vocifera attorno al club: Prandelli, Donadoni o Montella.

Concluso il vertice, le parole del presidente Ferrero: "Non ho niente da dire, adesso aspettiamo la gara del 6. Dico solo che i giocatori sono in debito con la società e con i tifosi. Giochiamo il ritorno, chi vivrà vedrà. Zenga può dormire sonni tranquilli, facciamolo lavorare. Una rondine non fa primavera. Non sto pensando di esonerarlo, giochiamo il ritorno e poi vedremo: con Ferrero possono sempre esserci colpi di scena".

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