Calaiò si difende: "Sono pulito"

Il centravanti respinge le accuse di tentato illecito: "Non voglio finire la carriera per situazioni che non mi appartegono". Il club: "Non offuscate la nostra impresa"

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Mentre la Procura della Figc chiede 4 anni di squalifica per Emanuele Calaiò (accusato di tentato illecito per alcuni messaggi inviati prima di Spezia-Parma), l'attaccante respinge ogni accusa: "Ho passato un'estate d'inferno. Non mi aspettavo di arrivare qui davanti a voi per tre messaggi innocui, stupidi e scherzosi che non avevano secondo fine. Non ho mia pensato di alleggerire la posizione dei miei compagni o alterare il risultato della partita".

Calaiò ha voluto rilasciare una dichiarazione spontanea al Tribunale Figc, nel corso del processo al Parma per tentato illecito sportivo: "Io queste cose non le faccio, sono una persona pulita e corretta e mi dispiace che non ci siano qui lo Spezia e i miei ex compagni a testimoniare che sono sempre stato un esempio per i giovani. Non voglio finire la carriera per situazioni che non mi appartengono". Il giocatore parla poi delle foto sui giornali "come un criminale" e delle domande fatte dai compagni di scuola ai suoi figli. "E' bruttissimo - conclude - io sono stato anche a Catania e Siena, piazze che sono state coinvolte in cose orribili, ed io non sono mai stato toccato da queste vicende".

Secondo l'avvocato dell'attaccante, Paolo Rodella, "se i messaggi di Calaiò rappresentano un illecito allora ce ne andiamo tutti al mare perché tutte le partite sono illecite. Dove sarebbe la proposta illecita? Fin dal primo messaggio ci sono le emoticon con il sorriso. La procura federale dovrebbe chiedere scusa al calciatore per questa imputazione assurda ed infamante".

"Lealtà e correttezza sono punti cardine della nostra società. Non vogliamo che la magnifica impresa sportiva effettuata sul campo sia offuscata". Così l'ad del Parma, Luca Carra, nel corso del procedimento sportivo che vede imputato il club per responsabilità oggettiva nel procedimento per presunto illecito nei confronti del suo tesserato Emanuele Calaiò in merito al match contro lo Spezia dello scorso campionato di Serie B. "Come è possibile chiedere due punti di penalizzazione afflittiva in una vicenda come questa per un presunto illecito. Con degli sms quale potere di controllo ha una società? Che cosa può fare il club? Io sono esterefatto di fronte a questa richiesta della procura. E' incomprensibile", gli ha fatto l'eco l'avvocato del club emiliano Eduardo Chiacchio, chiedendo l'assoluzione del club.

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