"Mi sento in debito coi tifosi"

Il tecnico: "Alla mia squadra non posso chiedere di più. Se basterà o meno non lo sappiamo"

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"Stiamo abituando noi e i tifosi a imprese straordinarie": lo ha detto Maurizio Sarri che ha ricevuto il premio Maestrelli a Montecatini Terme. "Mi sento in debito coi tifosi del Napoli per il loro affetto. Qui tutti stiamo dando il 101% e di più non posso chiedere. Se basterà o meno non lo sappiamo" ha detto il tecnico sulla sfida scudetto con la Juve. Sul suo contratto: "E' un falso problema, non riesco ad essere preoccupato".

Maurizio Sarri vuole innanzitutto godersi le cose straordinarie che sta facendo il suo Napoli: "Noi non dobbiamo essere prigionieri di niente, abbiamo una strada da perseguire, non siamo una squadra che vince partite senza giocare a buoni livelli per caratteristiche, a noi da gusto giocare bene. Il rapporto tra il San Paolo e la squadra in questi tre anni è sempre stato stupendo, con me in maniera particolare. Il pubblico di Napoli non ha eguali, entrare in campo e riceve un attestato cosi è più che emozionante, mi sento in grande debito e l'unico modo che ho è dare il massimo".

Il suo Napoli, dice, il massimo lo sta facendo: "Ho chiesto tutto a questo ragazzi e mi hanno sempre risposto, stanno dando il 101% e più di questo non posso chiedere. Sono arrivato a Napoli e ho trovato una squadra che si è messa a disposizione, si farà quello che si può fare, poi se basterà o meno non lo sappiamo". Dare il massimo, in ogni caso, è il requisito per il suo rinnovo anche se il tecnico non si è voluto sbilanciare: "E' un falso problema, il contratto c'è e bisognerà capire se ci sono tutte le condizioni, questo pubblico è grande e spero di poter dare sempre il 101%, se non sarò in grado di farlo allora bisognerà fare un passo indietro, altrimenti si può continuare. Io quattro anni fa ero in Serie B, non riesco ad essere preoccupato, sono onorato di essere vicino ad una squadra che ha vinto per sette anni".

La squadra che ha vinto per sette anni è quella Juve con cui Sarri si sta giocando lo scudetto ma anche quella Juve ancora in corsa sul fronte Champions: "In teoria non dovrebbe pesare, è una squadra abituata alle pressioni, ma non tutte le stagioni sono uguali". E lo scontro diretto potrebbe non essere decisivo: "Non si può dire, bisogna vedere come si arriverà allo scontro diretto. Anche una partita contro una squadra che gioca per la salvezza diventa difficile". Nel frattempo il campionato si ferma e le squadre mandano i loro giocatori in giro per il mondo: "Le soste sono per noi allenatori, per i giocatori sono momenti di grande stress, giocano in giro per il mondo, oltre allo stress delle partite hanno stress di viaggi massacranti. Addirittura abbiamo messo la partita di sabato, quindi non c'è riposo o preparazione".

In conclusione due riflessione su Reina e Hamsik: "Reina è un portiere di grande livello ma questo conta fino ad un certo punto, Reina è un ragazzo straordinario dal punto di vista umano, i napoletani sanno che darà il 101% anche se è un giocatore in scadenza. Hamsik doveva raggiungere la nazionale e penso che dopo una breve visita lo rilascino e rientrerà martedì mattina a Napoli, non sembra un infortunio grandissimo ma nemmeno da due giorni".

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