Napoli, Sarri: "La trattativa con De Laurentiis fu snervante"

Il nuovo tecnico azzurro: "Lo scetticismo intorno a me? Ci combatto da sempre, sono abituato"

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Arrivato al Napoli dopo una lunghissima gavetta, Maurizio Sarri non vede l'ora di cominciare e racconta come è arrivato sulla panchina del club azzurro: "Con De Laurentiis è stata una trattativa difficile e problematica, durata 7-8 giorni - spiega al Perlamora Festival -. Il presidente è un uomo molto intelligente ma particolare, è stata una settimana snervante. Lo scetticismo intorno a me? Ci combatto da sempre, sono abituato".

Il nuovo tecnico azzurro si sente pronto per una piazza piena di campioni come Napoli: "Non è che per fare il fantino devi prima aver fatto il cavallo. E' un mestiere diverso, so che la gestione è più difficile, ma so anche che non c'è tecnico che può gestire una squadra senza l'aiuto della società. In Italia c'è poi la concezione che chi guadagna di più deve correre di meno, ma credo sia il contrario. Lo scetticismo? Lo combatto da sempre, dalla Prima Categoria perchè venivo dalla Seconda, poi in Eccellenza venivo dalla Promozione, in C venivo dalla D, in B venivo dalla C, in A vengo dalla B e quindi ho sempre combattuto con questo. Napoli è una piazza importante, abituata a nomi internazionali, ma ci ho fatto l'abitudine. E' chiaro che Napoli non è Empoli, dove uno può fare l'allenatore con una cultura dei giovani e del settore giovanile, mentre lì non sarà così e sarà tutto più difficile, anche farsi seguire dai giocatori che vengono da altre metodologie con stipendi diversie e carriere diverse. Andare a Napoli so che è una esperienza bellissima ma difficilissima, le tensioni dei media sono pesanti ma ce la metterò tutta, ma senza prendere l'esaurimento nervoso. Anche perché se mi diverto io si diverte anche la squadra e alla lunga arriveranno i risultati".

Sarri spiega com'è finito al Napoli dopo il divorzio con l'Empoli: "Ho anche rischiato di star fermo, durante una trattativa con la Sampdoria mi arrivarono dei messaggi da una delle squadre più importanti per non farmi firmare, ho tirato lungo fino a quando la Sampdoria non ha preso un altro allenatore e poi il giorno dopo questo grande club ha preso un altro. Mi sono sentito in dovere di dare le dimissioni ad Empoli, nonostante due anni di contratto, perché il rischio era mio, non potevo poi alla fine tornare lì per non restare fermo. Poi il giorno dopo è arrivata la telefonata di De Laurentiis, una trattativa lunga ed anche difficile e problematica con il presidente, durata 7-8 giorni ma che è finita bene. Lui è un uomo molto intelligente, ma particolare, è stata una settimana snervante. Sono nato a Napoli ma i miei genitori sono di Figline, nonostante questo da bambino tifavo Napoli e ritrovarsi ad allenare la squadra per cui tifavo da bambino è una esperienza che ti tocca. Emozione? Lo stato d'animo è lo stesso di quando sono approdato in altre piazze. Non si misura in base all'importanza o al bacino d'utenza, ma in base a quello che provo in quel momento. Se ho visto 60 partite in vacanza? Non esageriamo, ne ho viste 25, ma l'ho fatto tutti gli anni quando ho cambiato squadra".

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