Napoli, Insigne esalta Ancelotti: Milik è l'arma in più

Solito modulo ma concetti nuovi. Il tecnico si affida all'estro del suo talentino, ma la difesa preoccupa

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E' già il Napoli di Ancelotti? Probabilmente no, ma l'esordio in campionato degli azzurri non ha fatto rimpiangere più di tanto il gioco di Sarri, almeno dopo il gol subito da Immobile. Il nuovo tecnico, vero grande innesto dell'estate del Napoli, sta entrando con calma nella testa e negli schemi della squadra, affidando a Milik e a Insigne le chiavi dell'attacco partenopeo. Il polacco continua a segnare e Lorenzo, più di altri, non ha tradito.

Nell'undici schierato in campo contro la Lazio l'unico volto nuovo era Karnezis, per il resto hanno giocato i reduci degli anni di Sarri e con lo stesso modulo, quel 4-3-3 che col passare delle settimane Ancelotti sta provando a fare suo inculcando concetti tattici propri e movimenti, soprattutto nella gestione e circolazione di palla, diversi dal suo predecessore. Le chiavi però più che ad Hamsik schierato in regia come erede di Jorginho, con risultati poco soddisfacenti, sono state consegnate a Insigne.

"Gioca come vuoi e dove vuoi, basta che fai ciò che sai fare" ha detto Ancelotti allo "scugnizzo" napoletano prima del match. Una frase apparentemente superficiale che in realtà ha caricato a molla il numero 24 capace di prendere per mano i compagni dopo lo schiaffo del gol subito da Immobile che sembrava far presagire il peggio. Sotto di un gol il Napoli si è svegliato e ha cominciato a macinare gioco come in passato, dominando gli avversari e creando occasioni da gol a pioggia - considerando il livello del match - trascinato proprio dalle giocate di Insigne, Milik e del solito Callejon al servizio del gioco e dei compagni con il primo assist stagionale.

Sette conclusioni delle dieci indirizzate verso la porta di Strakosha hanno portato la firma di Insigne e Milik, e proprio il polacco ha confermato di essere pronto a diventare un fattore in questo campionato dopo un'estate passata a timbrare il cartellino del gol. Ancelotti punta molto su Arek, gli ha augurato di fare come e più di Shevchenko ai tempi del suo Milan, ma è dal campo che sono arrivate risposte gradite. Il polacco ha giocato con e per la squadra, pulito nei movimenti e preciso negli appoggi, collaborando con le giocate di Insigne e gli inserimenti di Callejon. Inoltre ha permesso al gioco di Ancelotti uno sbocco nuovo nella manovra attirando su di sé i palloni lunghi da vincere con i duelli aerei (11) completando una prestazione convincente.

Resta l'imbarazzo della difesa, ancora un po' smarrita dopo le difficoltà estive e totalmente in bambola in occasione del goffo - triplice - intervento fallito su Immobile, nonché fortunata nel finale per il palo colpito da Acerbi da zero metri. Lavori in corso normali e accettabili, sicuramente più digeribile dopo una bella scorpacciata di punti nel lussuoso ristorante dell'Olimpico biancoceleste.

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