Crisi Milan, l'Europa è a rischio

Lo scorso anno Montella aveva 5 punti in più. Gli attaccanti segnano pochissimo: sono 32 anni che un rossonero non chiude il campionato senza andare in doppia cifra

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Per il Milan il rischio di ritrovarsi senza benzina nel finale di stagione è concreto, guardando prestazioni e numeri. La sconfitta col Benevento mette in discussione sesto posto e qualificazione all'Europa League: in classifica, infatti, i rossoneri hanno 5 punti in meno dello scorso anno ma a far tremare sono i dati degli attaccanti che segnano col contagocce. E Gattuso decide di usare il bastone: annullato il giorno di riposo.

Che a Gattuso non piaccia fare figuracce è risaputo e lo ha detto subito dopo lo 0-1 subito a San Siro. Ma lo dimostra anche con i fatti: il tecnico infatti, ha deciso di annullare il giorno di riposo richiamando tutti al lavoro, subito. Niente domenica libera dopo la brutta sconfitta contro i campani. Che ha diverse cause e spiegazioni.

Innanzitutto c'è quello zero sul tabellone di San Siro: il Milan non è riuscito a segnare a una difesa, quella del Benevento, che quest'anno ha incassato 78 reti in 35 giornate. Non proprio un fortino inespugnabile quello di De Zerbi che ha ulteriormente messo a nudo il tallone d'Achille dei rossoneri. Gattuso le sta provando un po' tutte ma tra Kalinic, Cutrone e André Silva, il problema degli attaccanti che segnano poco è un rebus che fino ad ora non ha trovato soluzione. Detto che il giovane Patrick che il Milan si è ritrovato in casa è quello che ha i numeri migliori (15 marcature totali in stagione tra cui 7 sono quelle in campionato), il vero flop riguarda gli acquisti estivi: Kalinic, che col Sassuolo si era sbloccato dopo 4 mesi è fermo a quota 5 gol in A mentre André Silva (che ha ben figurato in Europa) in campionato ha collezionato la miseria di due marcature. Troppo poco, a Gattuso mancano le reti dei centravanti e si sente. Basti pensare che l'attacco rossonero rischia di tagliare un traguardo poco prestigioso: sono, infatti, 32 anni che un giocatore del Milan non chiude il campionato senza andare in doppia cifra (l'ultimo fu Mark Hateley che nell'86 si fermò a 8 gol). L'unico che può evitare il poco invidiabile dato statistico è Cutrone, quello più avanti: ha segnato 7 reti, chiudere a 10 non è impossibile anche se pure lui nelle ultime settimane, pur con la consueta determinazione, è apparso meno lucido sotto porta. 

Il Milan sembra pagare la rincorsa fatta dall'arrivo di Gattuso a dicembre: un po' come successe lo scorso all'anno all'Inter di Pioli che andò forte per qualche mese per poi ritrovarsi spompata, mentalmente e fisicamente, sul finale. Il rischio è quello anche per il Milan. Detto definitivamente addio al sogno Champions, ora anche l'Europa League è a rischio: i rossoneri sono sesti con 54 punti e anche qui i numeri sono negativi. Lo scorso anno, sempre alla 34a giornata, la squadra allenata da Montella ne aveva 59, cinque in più. E Gattuso dovrà guardarsi le spalle perché Atalanta e Fiorentina potrebbero anche mettere la freccia e operare il sorpasso. Sarebbe un dramma, ha detto Mirabelli.

E' anche vero, però, che al Milan resta la finale di Coppa Italia da giocare contro la Juve: in caso di vittoria, l'accesso all'Europa League sarebbe garantito. Ma i bianconeri di Allegri, soprattutto dopo la delusione di Champions, non sono proprio l'avversario più agevole da ritrovarsi di fronte anche se il ricordo della Supercoppa sollevata a Doha da Montella  a fine 2016 può indurre all'ottimismo. Ottimismo che potrebbe però calare, appunto, guardando i numeri e lo stato di forma della squadra rossonera che sembra avere poche alternative alla qualità di Suso e Calhanoglu. E che continua ad avere poco o nessun aiuto dai suoi bomber. L'attaccante, di solito, è quello che leva le castagne dal fuoco coi suoi gol ma Gattuso, che pure le ha provate tutte, non può certo dire di avere nei suoi attaccanti un punto di forza. Almeno fin qui.

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