Milan, Montella e la pillola anti-esonero

Il tempo è agli sgoccioli: i rossoneri senza gioco e idee

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C'è ancora tempo? Quello di Vincenzo Montella al Milan rischia di finire tra poche ore, quelle che lo separano dalla partita contro il Genoa di domenica a San Siro. Sì, perché dopo il pareggio contro l'Aek Atene è ufficialmente in discussione. Sia per i risultati (tre sconfitte e un pari nelle ultimo quattro), sia per il gioco. Un Milan senza identità, ricco nella campagna acquisti, ma povero sul terreno di gioco. Dopo il buon, ma totalmente casuale, secondo tempo del derby, si è vista la solita squadra priva di vivacità.

Partiamo dal modulo, i rossoneri non hanno ancora trovato l'assetto tattico: 4-4-2, 3-5-2 o 4-3-3. Contro l'Aek Atene si è tornati al 4-4-2, tanto per capire. Dopo quattro mesi di lavoro, Montella sembra ancora brancolare nel buio e fare esperimenti. Tentativi fini a se stessi e l'unica azione che si ripete è quella di Bonucci che lancia lungo per attaccanti senza la fisicità adatta. Cutrone, André Silva e Kalinic non sono Dzeko o Ibrahimovic, questo è un dato di fatto. Un paradosso perché la qualità a centrocampo di certo non manca, semmai a mancare sono i movimenti. E qui, purtroppo, la colpa ricade ancora sull'allenatore. Suso spostato dal suo ruolo naturale (esterno d'attacco) è stato reinventato prima trequartita, poi seconda punta e infine mezzala: che confusione. Bonaventura e Calhanoglu non stanno attraversando il loro momento migliore e quindi tutta la manovra perde d'imprevedibilità. Le uniche noti positive arrivano dall'attacco dove il giovane italiano e il portoghese stanno facendo di tutto per mettersi in mostra.

Quello che, però, più si percepisce è la mancanza di serenità del gruppo. Dopo la striscia di risultati negativi, c'è la paura di sbagliare. Ogni pallone sembra pesare un macigno, è normale. Serve la svolta, una scossa per cambiare il volto a una stagione che sembrava essere nata sotto una buona stella. Milano si è risvegliata con la nebbia, casa Milan avvolta dalla tipica foschia d'ottobre. Uno scenario abbastanza desolante, come quello visto a San Siro con 20mila spettatori, la metà greci. L'entusiasmo d'agosto è già svanito. 

Giorni di riflessione per Fassone e Mirabelli. Contro il Genoa Montella si giocherà gran parte della panchina rossonera. La crisi non può continuare ancora. Chi al suo posto? Proprio su questo si staranno interrogando in società. La mancanza di alternative valide è forse il problema più grande. E al momento l'unico che potrebbe prendere il posto dell'Aeroplanino è Gattuso, allenatore della Primavera. Intanto Montella ha mostrato tutta la tensione del momento nel post partita: il ghigno e la battuta sulla "pillola anti-sconfitta" per Mirabelli sono un chiaro segnale. Il tempo scorre...

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