Milan dalla Uefa per il settlement agreement

Fassone (e lo stato maggiore rossonero) a Nyon: l'obiettivo è evitare sanzioni troppo pesanti

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Mai come oggi c'è in ballo il futuro. Dopo l'Inter, a Nyon è il turno del Milan che, appuntamento alle ore 11, si presenterà davanti all'Organo di Controllo Finanziario della Uefa per l'atteso - e temuto - settlement agreement. La comitiva rossonera sarà composta dall'ad Marco Fassone, dal direttore esecutivo Han Li, dalla Chief Financial Officer Valentina Montanari e dal Group Financial Director Alessandro Baj Badino. In pratica tutto lo stato maggiore economico della società, Yonghong Li escluso.

Ma cosa succederà a Nyon? Al netto dell'ottimismo che trapela da Casa Milan, il punto è banalmente capire a quali sanzioni andrà incontro la società nei prossimi tre anni (la risposta della Uefa arriverà a maggio, ndr). Il Milan si presenterà all'udienza con un ricco dossier, nel quale saranno evidenti alcuni elementi migliorativi nei conti (ricavi da stadio, ad esempio) e sarà posto l'accento sull'ultima, positiva, semestrale. Oltre ai conti in senso stretto, il club di via Aldo Rossi presenterà alla Uefa la garanzia di Elliott, messa nero su bianco con una lettera in cui, sostanzialmente, il fondo statunitense rassicura sulla continuità aziendale del Milan e si dichiara disponibile a farsi carico delle spese per il funzionamento della società fino a ottobre, data della scadenza del prestito a Yonghong Li.

Questi argomenti dovrebbero, o almeno così spera il Milan, convincere la Uefa a non calcare troppo la mano alla voce sanzioni. Che, di fatto, potrebbero "limitarsi" a una sanzione economica tra i 10 e i 20 milioni, alla limitazione della rosa nelle coppe e alla richiesta di un equilibrio perfetto tra entrate e uscite sul mercato. Il che, per dirla in parole povere, eviterebbe innanzitutto il rischio maggiore, quello cioè di essere estremossi dalle coppe.

Intanto, scrive La Repubblica, dalla Cina arriverebbero segnali confortanti. Non solo Yonghong Li avrebbe infatti pagato, come noto, la prima tranche da 11 milioni necessaria per l'aumento di capitale varato dal Cda, ma avrebbe trovato i fondi per coprire gli altri 26 (l'aumento è di 37 milioni totali, ndr) e, addirittura, sarebbe pronto a far fronte al debito con Elliott da, tra prestito e interessi, 370 milioni. Ma questo è un altro discorso e, soprattutto, un discorso molto prematuro che potrebbe alla fine riguardare anche una eventuale cessione delle quote di maggioranza del Milan. Per il momento conta solo l'appuntamento di oggi. Nyon, ore 11, con vista sul futuro.

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