Inzaghi: "Ora siamo una squadra"

Il tecnico rossonero ci crede ancora: "La società l'ha visto. Con qualche innesto torneremo grandi"

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Inzaghi non si rassegna a lasciare la panchina del Milan e dopo la vittoria con l'Atalanta nell'ultima partita di campionato rilancia. "In queste ultime partite siamo stati veramente squadra - ha spiegato il tecnico rossonero -. C'è una buona base, con qualche acquisto importante il Milan tornerà ai vertici". "Io ho un contratto, se si crede in me si andrà avanti. Il Milan ce l'ho nel cuore", ha poi aggiunto.

"Abbiamo battuto anche la Roma, la partita di Sassuolo l'abbiamo vista tutti - ha proseguito -. Si è capito che ora il Milan gioca a calcio e ha un gioco. Stasera non era facile, come col Torino". "Questa squadra mi ha sempre seguito. Avendo tutti gli effettivi, El Shaarawy, Bonaventura, con lui ci si può sbizzarrire - ha continuato Inzaghi -. Bisogna ripartire da lui, da Honda, da gente che ha la cultura del lavoro. Rappresentiamo sempre il Milan, tutto conta e la società ha visto che qualcosa di buono c'è".

Poi sulle parole di Berlusconi: "Da allenatore devi sempre cercare di dare un'identità di gioco. L'abbiamo persa per due mesi. Non commento le parole del presidente perché mi è sempre stato vicino. Bisogna dimostrare tutto l'anno, la nostra pecca è stata perdere 14/15 giocatori in quei mesi e alcune certezze. Guardiamo avanti e cerchiamo di riprendere bene la prossima stagione".

Quanto a Menez, Pippo ha le idee chiare: "Anche con Menez abbiamo fatto ottime partite, si è sacrificato ha fatto 16 gol. Dobbiamo esser squadra, in questo momento lo siamo. Abbiamo sofferto tutti insieme e abbiamo cercato di imporre il proprio gioco". Infine sul futuro: "Adesso il mio primo pensiero è staccare un po' la spina, poi mi auguro di restare al Milan, ho tanto da dare e so della fiducia dell'ambiente".

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