Milan, Inzaghi: nove mesi di passione rossonera 

L'avventura di Pippo giunta ormai al suo capolinea: il futuro è segnato 

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Nove come il suo storico numero di maglia, nove come l'attaccante che non è riuscito a lanciare in questa stagione e che tanto gli sarebbe servito, nove come i mesi che ha trascorso sulla panchina del Milan. Ed era il nove anche il giorno di giugno in cui lui, Pippo Inzaghi, viene nominato allenatore del Milan dopo l'esonero di Clarence Seedorf. Era iniziato tutto a Villa San Martino ad Arcore con il presidente Berlusconi per l'investitura ufficiale. Poi il primo bagno di folla a Casa Milan, tifosi in delirio per l'eroe di Atene e per i 126 gol segnati con la maglia rossonera. Filava tutto liscio con i viaggi a Ibizia con Adriano Galliani per fare il mercato e convincere a portare a casa Menez. Già Menez il falso nove, croce e delizia di questa stagione.

L'esordio di Pippo è tutto tranne che scontato. Il 31 agosto vince 3-1 contro la Lazio. E prima, in estate, erano arrivate anche le sue prime vittorie nelle amichevoli, compreso il Trofeo TIM battendo Juventus e Sassuolo. Poi il 5 novembre il Trofeo Berlusconi contro il San Lorenzo e il 30 dicembre il Bernabeu: 4-2 contro il Real Madrid di Carlo Ancelotti a Dubai.  Ma è proprio da questa vittoria a Capodanno che inizia il declino di una squadra che fino a quel momento poteva puntare a conquistare un posto in Champions League.

Al rientro in campionato va tutto storto: 6 sconfitte 6 pareggi e 4 vittorie. Il Milan è in confusione e lo dimostrano i numeri: Pippo riesce a cambiare anche 20 formazioni da inizio stagione restando fedele solo al 4-3-3. Un gioco, quello del suo Milan, però sterile e poco efficace.

Troppo poco per chi puntava a inizio anno a un posto in Champions League, troppo poco anche per la pazienza dei tifosi messa a durissima prova domenica dopo domenica fino a culminare in un "BASTA" scritto a caratteri cubitali in Curva Sud nella sera della pesante caduta contro il Genoa. Un'accusa verso la società ma c'è anche espressione della rabbia verso lo stesso Inzaghi. Giunto, dopo nove mesi, al suo capolinea anticipato. Comunque andrà, il suo futuro è ormai segnato.

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