Milan, il caos è totale: spogliatoio da ricompattare

Non è più un problema di giocatori o risultati, ma di atteggiamento

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E' tutta una questione di testa, sempre. Poi, ci sono le motivazioni. Lo ripete, in sintesi, anche Sinisa Mihajlovic dall'estate scorsa, quando ha preso in mano il Milan con un nuovo progetto e nuovi giocatori. L'obiettivo era tornare in Champions League, da subito. Sono passati 8 mesi e il terzo posto è ormai sfumato, irraggiungibile per i rossoneri. Dopo 9 partite senza sconfitta, sono arrivati il ko di Reggio Emilia contro il Sassuolo (2-0) e il pari del Bentegodi con il Chievo (0-0), ma la sensazione è che non sia più una questione legata ai risultati o al modulo o ai giocatori in campo. Numeri alla mano, il Milan ha 7 punti in più rispetto alla scorsa stagione; si sta comunque giocando un posto per la qualificazione a una competizione continentale, seppur Europa League; il 21 maggio disputerà a Roma l'ultimo atto della Coppa Italia contro la Juventus, quasi 5 anni dopo l'ultima finale (8 agosto 2011, Supercoppa Italiana a Pechino contro l'Inter). E' la testa che non c'è. E' l'atteggiamento a essere sbagliato. Non lo dicono solo i fatti, lo dice lo spogliatoio rossonero. Lo dice Abbiati ai microfoni di Premium Sport e lui è l'ultimo dei senatori di inizio anni 2000. L'ultimo del gruppo di Carletto Ancelotti, di quelli che ha vinto quando il Milan poteva vincere.

Senza consapevolezza nascono tanti altri problemi. Il gioco è prevedibile, lento, macchinoso. L'attacco non segna: Bacca è troppo isolato e Menez è fuori condizione. Luiz Adriano è appena rientrato e Balotelli ormai è ai margini del progetto, scaricato dal suo mentore Mihajlovic e da Adriano Galliani. Rischia anche di tornare al Liverpool ed essere ceduto chissà dove. In queste ultime 9 gare bisogna conservare la sesta posizione, prepararsi psicologicamente alla finale del 21 maggio e cercare di rimanere agganciati alla quinta e quarta posizione. Al termine della stagione, bisogna ripartire da qui. Un progetto nasce giorno dopo giorno, senza fretta. Se poi si vorrà cambiare allenatore, spazio alle candidature di Cristian Brocchi, Eusebio Di Francesco e Roberto Donadoni, vicino al ritorno in Nazionale. Ma le incomprensioni non fanno mai bene a nessuno.

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