Mihajlovic pizzica Berlusconi

Il tecnico serbo si toglie qualche sassolino dalla scarpa: "Berlusconi? Non nascondeva le sue idee..."

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Manca solo una settimana all'inizio della Serie A e la prima giornata mette subito di fronte Milan e Torino, passato e presente di Sinisa Mihajlovic, che ne parla in un'intervista sulla Gazzetta dello Sport: "La prima a San Siro? Motivazione doppia per fare bella figura. Arrabbiato per l'esonero? Il mio esonero non l'ha capito nessuno, né i tifosi, né la squadra. Ho conosciuto l'ultimo Berlusconi, mi sarebbe piaciuto conoscere il primo".

La fine certamente poco gloriosa della sua avventura al Milan (13 vittorie, 10 pareggi e 9 sconfitte in tutto) non è andata giù a Mihajlovic, che ne approfitta per togliersi qualche sassolino rossonero dalle scarpe: "Se sono ancora arrabbiato per l'esonero? Non è mai stata rabbia, semmai delusione e amarezza. Ma non porto rancore. Ho la coscienza a posto e il tempo è sempre galantuomo. Ho lasciato il Milan in Europa e in finale di coppa Italia. Come è finita la stagione lo sapete. Abbiamo avuto alti e bassi, ma il gruppo era unito e dava il massimo che poteva. Con Galliani avevo un ottimo rapporto. Il mio esonero non l'ha capito nessuno, né i tifosi, né la squadra. Mai ricevute tante telefonate stupite e attestati di solidarietà".

"Cosa penso di Berlusconi che ha venduto ai cinesi? Immagino quanto gli sia costato - continua il tecnico serbo - Berlusconi non è stato solo il presidente più vincente al mondo per 30 anni, ma anche il primo tifoso del Milan. I problemi nascono quando questi due ruoli non bastano più e si vuole fare anche l'allenatore. Se voleva fare la formazione? Diciamo che non nascondeva le sue idee... Ma la formazione del Milan l'ho sempre fatta io. Mi è spiaciuto leggere certe sue dichiarazioni negative dopo l'esonero, talmente esagerate da non essere credibili. Ho conosciuto l'ultimo Berlusconi, mi sarebbe piaciuto conoscere il primo. Ma lo ringrazio comunque per l'opportunità che mi ha dato e gli auguro ogni bene per il suo futuro".

Il futuro di Mihajlovic invece è il Torino, che il serbo ha l'obiettivo di riportare in Europa: "Ho scelto il Torino perché avevo bisogno di tornare a lavorare in un club che mi somigliasse davvero, che avesse i miei valori. Questo è un club epico che ha conosciuto trionfi e tragedie, fatto di anima, cuore, orgoglio, lacrime e sangue. Come piace a me. Anche per questo non vedo l'ora di allenarmi al Filadelfia. Sono molto carico, quella del Torino è una maglia che pesa e chi la veste ha una grande responsabilità, non dico eguagliare le gesta di squadre mitiche come il Grande Torino o quello dell'ultimo scudetto del 1976, ma almeno di non tradirne i valori, e le qualità morali e caratteriali".

In conclusione qualche battuta anche sul mercato, dove i granata hanno a che fare con la grana Maksimovic: "Dobbiamo risolvere un caso grave - ha spiegato Mihajlovic - poi cercheremo di fare ancora qualche innesto per avere una rosa completa e competitiva per lottare per l'Europa League che è il nostro obiettivo. La Juventus? Essere strafavoriti non aiuta e la necessità di arrivare in fondo in Champions potrebbe togliere energie. Al primo pareggio pioveranno critiche, e figuriamoci quando perderà i due derby...".

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